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CALCIO

Venezia, la risposta allo striscione di Salvatore Esposito è da applausi

La star di Gomorra risponde allo striscione di poco gusto esposto dai Veneziani prima della partita contro il Napoli

Striscione coordinate dei tifosi del Venezia (Ansa)

A volte il tifo per la propria squadra porta ad esternazioni esagerate, sicuramente è questo il caso, con lo striscione esposto dalla curva dei lagunari indicante le coordinate della città di Napoli, un incitamento alle nazioni in guerra a fare una piccola deviazione di rotta per bombardare i napoletani. La risposta arriva dalla star di Gomorra e lascia tutti senza parole.

Salvatore Esposito sullo striscione del Verona, la risposta che nessuno si aspettava

Salvatore Esposito (Ansa)

La vicenda dello striscione con le coordinate della città di Napoli è storia nota a tutti, negli ultimi giorni gli animi si sono divisi riguardo la vicenda, siamo anche noi certi che l’idea dei Veneziani fosse quella di sdrammatizzare sulla guerra senza di certo voler inneggiare alla violenza, tuttavia nonostante le intenzioni, le tragedie vissute dai cittadini dei paesi in guerra poco c’entrano con il calcio, ed il cattivo gusto dello sfottò è chiaro a tutti.

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A difendere la propria squadra ci ha pensato Salvatore Esposito, il protagonista della famosissima serie Gomorra, con un post ha risposto allo striscione del Venezia come solo lui sa fare: “Capisco il risentimento dei veneziani, dopo 30 anni ancora gli brucia per lo striscione dedicato a Giulietta, comunque noi napoletani abbiamo un cuore grande, vi invieremo il manuale per la creazione di striscioni senza dover inneggiare a guerre, calamità, Vesuvio ecc…”.

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Una risposta molto fine, semplicemente nello stile dell’attore, che senza troppe polemiche ha sottolineato che si può essere goliardici senza sconfinare in argomenti lontani dal calcio e che rovinano la natura dello sport stesso. Ci auguriamo tutti che per il futuro si possa essere più coscienti anche riguardo gli sfottò, che se fatti nei modi giusti aggiungono quel qualcosa in più, ma non devono essere la scusa per alimentare ostilità e violenza.

Mariano Orlacchio