MotoGP, Petrucci e Ducati vogliono rinnovare: ma manca l’intesa ancora.
Sembrava ormai scontato il rinnovo di contratto di Danilo Petrucci con Ducati, ma nel weekend di Assen è emerso uno scenario inatteso. A differenza di quanto era stato fatto trapelare al team di Borgo Panigale, non siamo ancora all’accordo tra le parti.
Dopo la gara al TT Circuit è stato lo stesso pilota a spiegare la situazione, non nascondendo un po’ di malumore: «Il mercato non è aperto, ho poche alternative valide, quasi nessuna – ha spiegato a Sky Sport MotoGP -. Ciascuno fa le proprie valutazioni. Sono tra incudine e martello, una situazione un po’ complicata. A livello sportivo non posso fare cose azzardate nei confronti di Dovizioso e a livello umano idem, è un mio amico. Mi viene male a pensare di fare un sorpasso rischiando di portarlo fuori strada. Sono sempre un po’ combattuto. Questa condizione per l’anno prossimo a livello di contratto è abbastanza complicata».
MotoGP, Ducati-Petrucci: manca l’accordo sul rinnovo di contratto
Petrucci ha spiegato che ci siano sia aspetti sportivi che economici da discutere, perché in questo momento non c’è intesa con Ducati e andrà trovata al più presto: «Non siamo d’accordo sui numeri del contratto e per avere certi numeri l’anno prossimo, devo ottenere certi risultati nel 2019. Appena sceso dalla moto ho detto che dobbiamo chiarire queste cose in vista delle prossime gare. Sono 3° nel Mondiale e forse non se l’aspettava nessuno. Il nostro obiettivo è conquistare il titolo con Dovizioso».
Il pilota ternano a volte è in difficoltà quando si ritrova davanti Dovizioso e magari ha un passo migliore. Ad Assen, ad esempio, avrebbe potuto superarlo e l’aver esitato ha favorito il rientro di Franco Morbidelli, che ha poi passato lo stesso Petrux all’ultimo giro. Non ha mai ricevuto ordini di scuderia, però ovviamente in Ducati gli hanno detto di non fare cose azzardate nei confronti nel compagno. Le parti sperano di giungere ad un punto di incontro al più presto. Un divorzio sarebbe abbastanza clamoroso.
Matteo Bellan
