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ESCLUSIVO/ Toni: “A Cr7 l’Oscar 2018. Deluso dalla Roma. Juventus? Conte mi bocciò”.

Toni Nazionale

Campione del Mondo con l’Italia di Lippi nel 2006, anno in cui divenne il primo italiano a vincere la Scarpa d’Oro, due titoli di capocannoniere in A, uno in Germania. L’esordio in A con il Vicenza, la consacrazione con la Fiorentina, le stagioni con Roma e Juventus, l’addio con la maglia del Verona, passando anche per Palermo, Brescia e Genoa.

Luca Toni, in esclusiva alla redazione di SportNews.eu, incorona Cristiano Ronaldo, mostra qualche rimpianto per la sua carriera e parla a 360 gradi del calcio italiano.

Il 2018 si è appena concluso. A chi darebbe la copertina?

“Senza dubbio a Cristiano Ronaldo. Dicevano che in Italia non avrebbe segnato come in Spagna e Inghilterra. A metà campionato è capocannoniere e valore aggiunto della Juventus”.

Tradotto, scudetto ancora bianconero e possibilità di conquistare la Champions League?

“Sì, in Italia la Juventus è troppo forte. Ha una mentalità diversa dalle altre, un allenatore bravo. Ci sono tutti i presupposti per dominare ancora. Riguardo alla Champions, senza Cr7 è arrivata due volte in finale, con lui <deve> conquistarla”.

A proposito di Juventus, lei ha giocato con i bianconeri nella stagione 2011/2012. Perchè non fu confermata?

“Perchè arrivò Conte e aveva altre idee sugli attaccanti”.

Stesso discorso alla Roma. Nel 2010 prestito di sei mesi e niente riscatto. Qualcuno disse che lei era ingombrante rispetto alla figura Totti. Fu così?

“Non lo so. Bisogna chiederlo ai dirigenti perché decisero di non confermarmi. Sinceramente ci speravo. Io feci bene, sfiorammo lo scudetto. Dopo di me puntarono su altri giocatori ma questi tradirono le loro aspettative”.

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Lei conquistò il titolo tedesco con il Bayern Monaco ed è l’unico italiano ad aver vinto la classifica cannonieri in Bundesliga. Dopo stagioni di dominio assoluto, quest’anno fa impressione vedere i bavaresi secondi, a -6 dal Borussia Dortmund…

“Hanno bisogno di cambiamenti. Ancora non hanno trovato i sostituti di giocatori giunti quasi a fine carriera. Stanno pagando anche il momento negativo della Nazionale tedesca”.

Lei è stato campione del Mondo nel 2006 con l’Italia di Lippi. Mancini è l’uomo giusto per la rinascita azzurra?

“Credo di sì. La Nazionale aveva bisogno di un allenatore giovane ma di esperienza e personalità. Certo non può fare miracoli. Il problema è che molti giocatori italiani non sono titolari nelle squadre che fanno la Champions League, quindi non sono abituati a certe pressioni “.

Non crede che la Nazionale abbia bisogno di un giocatore come Toni?

“Chiaro. Purtroppo manca un centravanti con il 9 cucito sulle spalle”.

L’anno calcistico in Italia si è chiuso con un tifoso morto…

“Secondo me il calcio non c’entra. E’ un pretesto per fare altro. Questi episodi avvengono fuori dallo stadio”.

Forse con il calcio c’entrano gli insulti razzisti…

“Sì. Per me sarebbe facile risolvere il problema. Basterebbe installare le telecamere, individuare gli autori dei cori e non farli entrare più allo stadio. Sono contrario all’interruzione della gara perchè darebbe più importanza a questi personaggi”.

Malgrado l’utilizzo della Var ci sono ancora errori e polemiche arbitrali. Cosa ne pensa?

“Sono favorevole a questa tecnologia. Ha limitato gli errori. Bisogna utilizzarla meglio per ridurli ulteriormente”.

Cosa farà Toni da grande?

“Ho lasciato il calcio giocato nel 2016. Ora voglio godermi la mia famiglia. Poi se verrà fuori una proposta interessante da dirigente la valuterò”.

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Di Quintiliano Giampietro

Redazione Sportiva