ESCLUSIVO / Luca Pancalli: “Avrei fermato la partita. Bisogna avere il coraggio di applicare seriamente le norme”

 Luca Pancalli sui fatti di San Siro e cori a Koulibaly
Luca Pancalli sui fatti di San Siro e cori a Koulibaly

La morte del tifoso dell‘Inter, Daniele Belardinelli e i cori razzisti di una parte dello Stadio San Siro al difensore del Napoli, Kalidou Koulibaly. Parla in ESCLUSIVA alla redazione di Sportnews.eu, il Presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, ex Commissario straordinario della FIGC durante Calciopoli, successore dell’altro commissario Guido Rossi, quello dello scudetto 2006 all’Inter di Moratti.

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Ma più di tutti Pancalli è stato il presidente federale che durante il suo mandato, il 2 Febbraio del 2007, ha sospeso tutte le partite di tutti i campionati di calcio italiano, dalla Serie A alle giovanili, a causa della morte dell’ispettore Filippo Raciti, vittima degli scontri di Catania-Palermo.

Siamo nel 2018 e ancora si muore per una partita di calcio. La sua idea? Soluzione per evitare questi episodi?

Diffidare di chiunque manifesti l’idea di avere soluzioni in tasca. Il tema non è assolutamente semplice. Anche se francamente dopo i drammatici episodi che portarono alla morte dell’ispettore di Polizia Filippo Raciti e del dirigente sportivo Ermanno Licursi, tante cose sono migliorate”. 

Doveva essere sospeso il campionato come stava meditando la Figc?

“Penso che la FIGC abbia agito in questo caso con buon senso e naturalmente condivido la decisione assunta dalle istituzioni preposte alla gestione dell’ordine pubblico. Non bisogna mai dimenticare che non parliamo di una sola dimensione sportiva ma di eventi che impattano in maniera importante anche fuori dal rettangolo di gioco”

Capitolo razzismo. Koulibaly insultato a San Siro, bisognava interrompere il match ? Anche rispetto a questo tema, quale soluzione?

“A mio modo di vedere anche qui la condivisione con chi gestisce l’ordine pubblico è essenziale. Premesso ciò, avrei fermato la partita. Occorre avere il coraggio di portare avanti con serietà il percorso intrapreso e applicare seriamente tutte le sanzioni previste dalle norme sia sportive che non”. 

Il mondo paralimpico ha ricevuto il collare d’oro. Lei ha parlato di “pezzo di dignità acquisita”. Può spiegare cosa intende?

“L’istituzione del Collare d’oro Paralimpico al Merito Sport Sportivo rappresenta un’altra conquista degli ultimi anni. Si tratta di un riconoscimento che, come nel caso del mondo olimpico, va a quegli atleti che rappresentano l’eccellenza in ambito sportivo. Lo sport paralimpico rappresenta un pezzo di welfare per il nostro Paese e una fonte di ispirazione per tanti ragazzi disabili e non. Ma non bisogna mai dimenticare la dimensione agonistica e gli straordinari risultati che i nostri atleti raggiungono con enormi sacrifici e grande impegno”. 

Un messaggio per le persone diversamente abili che non hanno la “forza ” di affrontare la vita e reagire?

“Ogni individuo deve trovare in se stesso la forza per superare gli ostacoli che la vita pone di fronte. L’importante è fissare degli obiettivi, anche quotidiani, e misurarsi con essi. Lo sport, da questo punto di vista, può rappresentare uno strumento utilissimo. Nello sport ciascuno parte dalle proprie abilità e punta a raggiungere traguardi personali. Non importa quali siano, l’importante è centrarli”

Di Quintiliano Giampietro 

 

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