GAZZETTA DELLO SPORT. Allegri: «Sì, il Milan sta studiando da alternativa al Barcellona»

(Getty images)

Un anno a modo suo, perché Massimiliano Allegri è fatto così, sembra che dia retta a tutti e alla fine non dà retta a nessuno. Un anno che gli ha portato 80 punti complessivi, uno scudetto, una Supercoppa italiana, un figlio. Un anno da numero uno in classifica.
Si sente sufficientemente stimato per tutti questi risultati?
«Se Berlusconi e Galliani decidono di riconfermarmi vuol dire che mi stimano».
Quando sente Berlusconi affermare che il Milan è forte quanto il Barcellona che cosa pensa?
«Mi baso sui fatti: a casa loro, al Camp Nou, avremmo potuto raddoppiare nei primi minuti, anche se poi loro hanno avuto un predominio territoriale assoluto, ma tutto sommato ci hanno creato pochi pericoli. E soprattutto dalla partita persa al ritorno siamo usciti rafforzati. Certo, loro continuano a essere i migliori del mondo».
Ma parecchi tifosi ce l’hanno un po’ con lei per la questione Inzaghi…
«Parliamo di cose serie. Ci sarà una parte di tifosi che non apprezza le mie scelte, ma la responsabilità è mia e io agisco per il bene del Milan. Ho vinto il campionato e la Supercoppa contro l’Inter, queste sono le cose che restano. Non alleno i globetrotter, il Milan non è una squadra spettacolo: dobbiamo giocare bene ma anche ottenere risultati».
Le manca Livorno?
«E’ il luogo degli affetti, della famiglia. Ma a Milanello ti fanno sentire a casa dal primo giorno».
Lei sta rifondando il Milan: quanto ci vuole per tornare a vincere una Champions?
«Questo è un anno di crescita. La prossima stagione potrà essere quella giusta, però già ora abbiamo buone possibilità di far bene in Europa».
Ha rifondato il Milan, e dice sempre di non sentirsi un allenatore rivoluzionario. E dice che l’allenatore se va bene non fa danni…
«E che cosa devo fare, far finta di inventare formule? Potrei svegliarmi la mattina e dire che giocherò con il 2-1-2-1-3-1, e poi? Questi discorsi fanno ridere. Alla fine conta chi vince».
Gelido e duro: ha rivalutato Mourinho per caso?
«Mourinho è un bravo allenatore che si è creato un personaggio che funziona, e va rispettato. Inutile pensare che possa essere diverso da quello che è. Io faccio a modo mio e sono sicuro di quello che faccio nel calcio».
Che cosa le piace della sua squadra?
«La disponibilità di tutti i miei ragazzi: ho trovato gente che dal primo momento si è messa in discussione».
Diciamo che lei ci ha messo del suo… E cosa cambierebbe del suo Milan?
«Dobbiamo migliorare nella gestione della partita e nel possesso palla, ma lo stiamo già facendo, in Italia i dati dicono che siamo i primi. E poi dobbiamo evitare di subire tanti tiri dai 20-25 metri».
Il suo uomo simbolo dell’anno?
«Dico Ibra e Thiago Silva, ma è scontato, allora aggiungo Nocerino. E per quello che ha fatto nei primi mesi della stagione anche Cassano».
Questo suo Milan ha trovato una continuità smarrita negli ultimi anni di Ancelotti.
«Perché la società ha scelto tanta gente di carattere, e i senatori hanno trasmesso gli input giusti».
Quale giocatore è migliorato di più con lei in questo anno?
«Abate: nella stagione scorsa in fase difensiva, e ora sta migliorando in attacco. Migliorerà ancora».
Chi è l’italiano simbolo del 2011?
«Di Natale».
Lo straniero?
«Ibra e Thiago Silva».
La squadra?
«Non posso dire Milan. Dico Udinese».
A chi darebbe la Panchina d’oro?
«A Mazzarri. Lo voto tutti gli anni».
Allegri, lei è un allenatore felice?
«Felice e primo in classifica».