CORRIERE DELLO SPORT. JUVE, Vucinic sente aria di… derby

CORRIERE DELLO SPORT. JUVE, Vucinic sente aria di… derby

L’attaccante montenegrino ha già colpito la Lazio sette volte, di cui quattro nei derby. A Torino fatica a rovare la via della rete, con appena due realizzazione nelle dieci partite disputate. Mirko vuole tornare al gol che gli manca da quasi un mese.

(getty images)

Sette gol alla Lazio li ha già segnati, Mirko Vucinic. Tre con la maglia del Lecce, quattro con quella della Roma. Nota non tanto a margine: quando lo ha fatto indossando il giallorosso, la sua squadra ha sempre vinto. E quindi: se oggi il montenegrino dovesse andare a segno, la cabala vuole che la Juventus vada poi a nanna con tre punti in saccoccia e la testa della classifica solitaria. Il che, con una partita da recuperare, non sarebbe male. Peraltro, fino a questo momento il numero 14 della Juventus ha segnato due (soli) gol: uno a settembre con il Bologna, l’altro il 29 ottobre a Milano con l’Inter. Visto che novembre sta volgendo al termine e che quella di stasera sarà l’ultima partita del mese, sarebbe il caso che timbrasse nuovamente il cartellino: vero che l’importante è sempre il successo di squadra, vero anche che gli attaccanti sono tali perché devono buttare dentro il pallone.
Il poker di gol agli allora cugini laziali ha avuto inizio il 31 ottobre 2007. Match finito 3-2 e gol dell’1-0 firmato dall’ex giocatore del Lecce: scambio con Mancini sulla destra e tocco al volo di sinistro da centro area degno di un vero rapace. Il 18 aprile 2010 arrivò addirittura una doppietta, naturalmente decisiva per il 2-1 finale: prima il gol su rigore e poi una sberla terrificante su punizione dal limite dell’area. « Vincere un derby è sempre speciale, farlo con due gol miei è impagabile », aveva dichiarato a fine gara. 
Infine, l’anno scorso più o meno di questi tempi, Vucinic siglò sempre dagli undici metri il 2-1 con cui la Roma battè la Lazio. Anche in quell’occasione, maglietta tolta e corsa sotto la curva a sfogare gioia e dare libero corso all’adrenalina. Ecco: a Torino scene così non si sono ancora viste e non è nemmeno un male, dato che almeno si è risparmiato il sacrosanto cartellino giallo che arriva puntuale ogni volta che un giocatore si sfila un indumento.
Stasera, il numero 14 bianconero andrà quindi a caccia del suo ottavo gol in carriera alla Lazio nonostante non giochi più da prima punta come in realtà è stato nella fase iniziale della stagione. Quando Conte si è accorto che la squadra avrebbe potuto mantenere certi equilibri aumentando la propria pericolosità offensiva, a Vucinic è stato infatti chiesto di spostarsi leggermente a sinistra per dare spazio a Matri varando così il 4-3-3 (o 4-1-4-1, visto che Pirlo gioca sempre leggermente arretrato rispetto alla linea dei centrocampisti). Lui, che a Roma non aveva mai fatto troppo mistero di non gradire il decentramento sull’esterno, stavolta non ha detto “beh” e si è messo a disposizione, anche perché evidentemente i compiti di copertura che gli sono richiesti a Torino non sono paragonabili a quelli che doveva garantire in giallorosso. Fatto sta che Conte si è ritrovato per le mani un prezioso jolly che gli ha permesso di modellare in corsa la Juventus. Portandola in testa alla classifica: da dove non ha alcuna intenzione di spostarsi.