INTER. Ranieri: “Orgoglioso di far parte della famiglia nerazzurra. Mourinho? E’ indelebile nella storia nerazzurra”

(Foto Getty Images)

CONFERENZA RANIERI – “Sono felice di far parte della famiglia nerazzurra, ora la cosa più importante è ritrovare la fiducia e iniziare a fare punti. Mourinho? Nella storia dell’Inter lui sarà indelebile, come Herrera. Eravamo nemici ma ci siamo sempre salutati con affetto, difedevamo solo le nostre rispettive squadre. Vincere all’Inter sarebbe una cosa splendida, un anno e mezzo fa erano campioni, e sono tutt’ra campioni. A loro ho chiesto solo di lottare fino alla fine, cosi come li vedevo lottare come quando li affrontavo da avversari. Questo è un gruppo di amici, hanno vinto tanto e ora stanno toccando l’amaro, ma loro sanno cos’è il dolce. Le altre grandi ci stanno aspettando, ora però tocca a noi iniziare a fare punti”.

Sull’infortunio di Sneijder: “Non ci voleva, aveva già dei problemini ma lui è un generoso e ha voluto giocare la partitella. Spero non sia nulla di grave, non voglio rischiarlo in vista di martedi. Con chi sostituirlo? Vediamo, potrei anche cambiare sistema di gioco, non sono un integralista del modulo. In questo mometo è importante solo il risultato, non importa come viene, l’importante è far punti”.

Differenze con le esperienze di Parma e Roma: “A Parma c’era una situazione disperata e c’era l’obbligo di salvarsi, a Roma ho preso una squadra a zero punti e c’era l’obbligo di vincere, poi Pazzini disgraziato lui (ride n.d.r.) ci ha negato questa gioia.

In precedenza ha lasciato in panchina Del Piero e Totti: “Se devo fare una sostituzione la faccio. Nel Barcellona ci sono solo giocatori che giocano per la squadra, è questo il loro segreto. Ogni giocatore deve mettere al primo posto la squadra, un campione deve capire che in quel momento l’allenatore sta pensando per il bene della squadra”.

Si aspettava una chiamata in estate? “No, non me l’aspettavo. Dopo l’avventura alla Roma volevo tornare all’estero, andavo a vedere partite fuori già dalla passate stagione. Sono piuttosto fatalista su queste cose, se sono stato chiamato adesso significa che è questo il momento giusto”