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Serie A. Catania – Inter, Mazzarri: “Noi dobbiamo fare la nostra partita”

Sull’avversario dice: “Loro cercheranno di portare dalla loro parte l’ambiente caldo”….

(Getty Images)

Il tecnico dell’Inter Walter Mazzarri parla della sfida di domani in Sicilia contro il Catania. Queste le parole dell’allenatore nella conferenza stampa di oggi riportate da Tuttomercatoweb.com.

Io credo che il Catania cercherà di portare dalla loro parte tutte le positività come l’ambiente caldo. A noi deve interessare soprattutto, forse solo quello, fare la nostra partita. Nell’ultima partita sono stati sfortunati, forse meritavano un pareggio a Firenze. I ragazzi da martedì si sono preparati nel modo giusto sia fisicamente che mentalmente. Kovacic? Il ragazzo in settimana ha fatto lavoro differenziato per aumentare il minutaggio, per entrare in forma c’è bisogno di un po’ di tempo. Non so se ha ancora 90 minuti, quindi ancora non so se impiegarlo dall’inizio o nel finale di gara quando magari gli avversari sono più stanchi. Io sto cercando di dargli i miei consigli perché è un talento importante ma è ancora giovane; per me è un giocatore che può esprimersi al meglio forse più avanti di come l’ho visto l’anno scorso. I nostri esterni? Ho visto già una bella crescita, adesso hanno capito molto di più quello che voglio, infatti hanno fatto i gol che hanno aperto le ultime due partite. Già nella tournée americana avevo visto grandi passi avanti. L’importanza della vittoria domani?Dobbiamo capire cosa serviva a questa squadra: innanzitutto dobbiamo essere sicuri di attaccare stando attenti però alle ripartenze degli avversari. Serviva tranquillità nell’esprimere il proprio gioco, spero domani contro una squadra importante di rivedere questo processo di crescita. Milito? Nelle ultime due settimane l’ho visto veramente bene, l’ho visto crescere e più convinto. Va in Primavera perché deve ritrovare sicurezza in certi movimenti. Sono fiducioso e speriamo che anche quello di oggi sia un test positivo. Jonathan? È troppo presto per parlare di una trasformazione, l’importante è cercare di far migliorare i giocatori. Io sono contento di quello che stanno facendo questi ragazzi e di quello che mi stanno dando; i conti vanno fatto dopo una durata più lunga. Zuniga per un anno è stato contestato, ci ha messo un po’ per diventare quello che è. Il nostro attacco? Quello che importa è lo spirito offensivo, non tanto il numero di attaccanti impiegati. E anche la posizione degli esterni varia molto a seconda delle situazioni. Nel primo tempo contro il Genoa ci è mancato soprattutto l’ultimo passaggio e la convinzione di saltare l’ultimo uomo. Inoltre il Genoa non ha fatto un’azione importante. La squadra va valutata così, o almeno io lo faccio così. Quanto serve per metabolizzare il gioco? Se un allenatore ha delle idee precise deve il più presto possibile trasferirle alla squadra. Io vedo che questa ha squadra ha già fatto vedere qualcosa, anche se non per 90 minuti. L’influenza delle sostituzioni? Non è facile dire quanto abbiamo influito contro il Genoa, erano tutte e tre quasi programmate. Però mi aspettavo una certa partita del Genoa, con un pressing forte per un certo tempo. Io speravo naturalmente di sbloccarla prima, ma allo stesso dovevo anche pensare che non fosse facile. IO ho levato tre stanchi e ho messo tre freschi pronti per fare qualcosa di importante Io tre cambi li faccio sempre, anzi con le panchine lunghe ne vorrei anche un quarto; sono tre staffette importanti che possono aiutare a portare in porto il risultato.Pereira in partenza? Lunedì chiude il mercato, io non vedo l’ora. Nel calcio moderno bisogna convivere queste cose. Son cose private, con i procuratori. Noi bisogna pensare a vincere le partite e io devo pensare al gioco della squadra. Pereira è tornato in ritardo, poi col Cittadella ho scelto Jonathan e ha fatto bene. Per me è una cosa normale, per me Pereira sta fuori non per il mercato ma perché ci devono essere giocatori che vanno in panchina. Il nostro divario dalle altre? Io non lo so, in questa fase particolare dobbiamo pensare a partita dopo partita, pensare a fare sempre meglio e crescere. Vedo che questo principio lo stanno incarnando molto bene i tifosi e li ringrazio, perché contro il Genoa ho visto davvero un bel clima. Poi quello che dicono gli altri non ci interessa. Quando faremo paura agli avversari? Un allenatore vorrebbe avere la palla per 90 minuti e attaccare sempre. Quanto la qualità possa incidere, se questa è al servizio della squadra, cioè in fase difensiva e in interdizione, ne metti il più possibile. Poi dipende anche da chi si incontra e in che momento si incontra. L’idea del quarto cambio? Dal momento che hai la panchina lunga, da tre a quattro non cambia tanto. Poi questa è un’idea mia, un’arma in più per l’allenatore. Si può pensare che cambi qualche regola, non c’è niente di strano. Le insidie di domani? Io le partite le preparo più o meno allo stesso modo, che si giochi in casa o in trasferta. La fase difensiva dobbiamo sempre prepararla. Magari sono le altre che quando ci incontrano giocano in modo diverso. Vedendo l’atteggiamento che il Catania ha avuto a Firenze lo vedo molto simile al Genoa, una volta in svantaggio hanno provato a pressare alto. Poi i piani possono saltare in base a quello che fa la squadra avversaria. Vivere alla giornata? Non è una definizione che mi piace, nel senso che noi non prendiamo quello che viene. Noi viviamo dopo domenica ma senza porsi limiti e cercando il meglio da noi stessi. Poi è chiaro che dovessimo fare un campionato di un certo a tipo e siamo a marzo, allora ci aggiorneremo. Ma come ha detto giustamente Ranocchia dobbiamo far parlare il campo. I semi-bilanci non mi piacciono tanto, anche perché come detto voglio considerare le partite in casa e trasferta allo stesso modo. Io ho quasi sempre fatto meglio il girone di ritorno, quando gli automatismi sono acquisiti“.

Redazione Sportiva