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CALCIO. THURAM: “Il razzismo che c’è nel calcio italiano, è lo stesso che c’è nella società”

L’ex difensore di Juventus e Parma ha parlato del razzismo in un’intervista rilasciata a El Pais. Thuram ha parlato anche di Balotelli…

(Getty Images)

NOTIZIE CALCIO – Lillian Thuram, ex difensore di Juventus e Parma, nell’occasione dell’uscita del suo libro nel 2010, “Le mie stelle nere“, aveva colto l’occasione di dire la sua riguardo il razzismo: “In Italia c’è razzismo, il razzismo che c’è nel calcio italiano è il razzismo che c’è nella società“.

Lo stesso Thuram, in un’intervista rilasciata oggi a El Pais, è tornato sull’argomento: “In Italia quando un giocatore nero toccava la palla il pubblico imitava il verso di una scimmia. Dicevano che i neri sono l’anello mancante tra la scimmia e l’uomo. Ma questo non è il razzismo più pericoloso, perché è un razzismo che si può vedere. La cosa più pericolosa è quando la gente è razzista in modo incosciente… Sono nato a Guadalupe, dove tutti hanno il colore della mia pelle – prosegue l’ex difensore – Sono arrivato in Francia, a Parigi, quando avevo 9 anni. Sempre dico che a quell’età mi sono trasformato in un nero: uno diventa nero a seconda dello sguardo degli altri. Sono nero perché l’altro mi vede così. Da piccolo guardavo un cartone animato dove c’erano due mucche: una bianca e molto intelligente, l’altra nera e molto stupida. A scuola mi chiamavano col nome della mucca nera. Non capivo, ed ero triste. Ho chiesto a mia mamma perché il colore della pelle nere rappresentasse un’immagine negativa. Mi ha detto che le cose erano così e la gente non sarebbe cambiata. Non è stata una buona risposta. Il razzismo è culturale, è una concezione politica ed economica. Ma le razze non esistono. C’è solo la razza umana. Nei secoli, anche a scuola, si è insegnato che la razza bianca è superiore, e non è passato molto tempo. Il razzismo ha una storia molto vicina al nostro tempo: anni ’60 in America, ’90 in Sudafrica. Razzismo e nazismo sono uniti: il bianco è superiore, il bianco è ariano”.

SU BALOTELLI – Infine Thuram ha parlato anche di Balotelli: “Il calcio aiuta molto. Dentro ogni squadra ci sono persone di diverse nazionalità. Se ti piace una squadra, questa cosa aiuta ad aprire la tua mente. Il colore non è una cultura. In Italia a Balotelli gridano che un nero non può essere italiano: è incredibile! Pensano che il colore della pelle possa marcare la tua cultura. Ma se sei nero non significa che hai una cultura speciale…”.

Redazione Sportiva