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MONTELLA: “Futuro? Non ci sono motivi per pensarmi lontano dalla FIORENTINA”

(getty images)

FIORENTINA, DICHIARAZIONI MONTELLA – Vincenzo MONTELLA, tecnico della FIORENTINA, è stato intervistato da SkySport. Ecco le sue dichiarazioni INTEGRALI, trascritte in diretta dalla redazione di Sportnews.eu:

GB

Dove eri nel 1982 e nel 1994? I precedenti Italia-Brasile…
La prima l’ho vista a casa di un amico, la seconda mi pare in piazza ad Empoli, ero un aspirante calciatore…

Io quando ti vedevo mi chiedevo: ‘Ma come fa questo a non giocare in Nazionale’. Ti è un po’ mancata una presenza più forte in Nazionale? Responsabilità tua o dei CT?
Grossi rimpianti non ne ho, credo di avere dato sempre tutto me stesso. Naturalmente ci sono state due annate, ’73 e ’74, che hanno sfornato tantissimi attaccanti e io con loro. Non sono stato fortunatissimo da questo punto di vista, ma probabilmente qualche partita in più l’avrei meritata.

Che lavoro sta facendo la Fiorentina in questa sosta?
Sempre il solito lavoro, a livello nervoso e di impegno abbiamo un po’ abbassato l’attenzione perché la sosta serve a questo, anche a scaricarsi un po’. Stiamo lavorando fisicamente, ma abbassando un po’ a livello nervoso.

Come si è inserito Giuseppe Rossi? Cosa vi siete detti? Che lavoro farà?
E’ ancora in fase riabilitativa, posso vedere che fisicamente è a posto, non ha grasso in giro per il corpo e parte da un buon punto. Ha grandissimo entusiasmo, si ferma a guardare gli allenamenti. Ora lavora con il fisioterapista e ora è inopportuno farci illusioni. Se poi arriverà qualche sorpresa per noi sarà il massimo, ma non bisogna avere illusioni, bisogna lasciarlo lavorare con tranquillità.

La coppia Giuseppe Rossi-Jovetic quanto vuole vederla?
Le nostre massime aspirazioni sono quelle imminenti perché lottiamo per qualcosa di importante. Godiamoci il presente e lavoriamo per il presente.

Il presente dice quarto posto. Al terzo ci crede?
Intanto va consolidato il quarto posto, bisogna lottare con un occhio avanti e uno dietro, è vicino il terzo posto ma anche il settimo. Non dobbiamo porci limiti, ma non pensare di avere già acquisito qualcosa: spero rimarremo concentrati fino alla fine.

Dovessi centrare l’Europa League come ti ci approcceresti? Quest’anno Inter e Napoli se la sono forse giocata male, la Lazio va avanti ma ha perso punti in campionato…
Credo sia una competizione europea, anche se di seconda fascia, che dà visibilità e porta il nome della squadra e dell’Italia in giro per l’Europa. Non puoi fare brutte figure, ti porta via energie fisiche e mentali, ma anche esperienza internazionale per il tecnico e per i giocatori. Credo vada onorata e affrontata con una squadra numericament ermagari anche più ampia. Ma ci penseremo a tempo debito.

Alla Chanpions ci credi?
E’ complicato, ma non vuol dire che non dobbiamo lavorare per ottenere il massimo. Non sono né preoccupato né agitato per gli obiettivi in gioco: affrontiamo le partite con serenità sapendo che ci giochiamo qualcosa di importante. Se ci riusciamo saremo più contenti.

Ad agosto davvero pensava che oggi la sua Fiorentina potesse essere a questo punto e davanti a squadre come la Roma?
(ride) Questo gioco non l’ho mai fatto, neanche con me stesso. Non ho mai pensato così avanti, anche in funzione della Roma. Il nostro percorso per ora è stato bello e veloce, ma questo non ti dà crediti futuri, bisogna sempre essere concentrati sul presente.

Come hai pensato a questo tipo di gioco? Possesso palla, tanta tecnica… E’ l’amore per il Barcellona?
Si parte da un po’ più lontano: la proprietà mi aveva chiesto di riavvicinarci ai tifosi attraverso il gioco e per fare questo gioco servono determinati giocatori, magari anche correndo rischi fisici. Mi piacerebbe se la squadra segnasse anche facendo meno passaggi, solo che non ci riusciamo (ride). L’obiettivo è fare gol e non prenderlo, tutto qui: se facessimo qualche passaggio in meno e qualche gol in più sarei più contento, a volte ci divertiamo e vogliamo arrivare a rete con la palla, ma non è un mio desiderio.

Intanto andate moltissimo in gol su calcio piazzato. Li studiate molto approfonditamente?
Si, ci lavoriamo, abbiamo uno specialista,ma tanti gol l iabbiamo anche fatti attraverso il “non schema”. Però ci lavoriamo, perché sono situazioni che capitano spesso. A dire la verità siamo anche tra le squadre che subiscono più gol da calcio inattivo, dovremo lavorare anche su questo.

Oggi quanto conta lo staff che lavora insieme ad un allenatore?
Lo staff è parte di un metodo di lavoro, dipende da cosa vuole la società: se vuole 3 o 5 collaboratori col tecnico. Il metodo si può fare con 1,2 o 5 persone. Francamente mi auguro e credo che il mio staff si possa ancora ingrandire, c’è modo per inserire qualcos’altro.

Si può dire che al 100% sarai l’allenaotre della Fiorentina?
Penso di si, credo non ci siano motivi per pensare il contrario. Con la società devo ancora incontrarmi, ma ci sarà modo per farlo. C’è sinergia.

Vuoi essere blindato?
Ho un contratto in essere, poi il calcio è così, quando le cose vanno bene tutto viene ingigantito ma tutto può cambiare rapidamente in un senso o nell’altro.

La tua cena con Totti?
(ride) Siamo stati con le nostre mogli, una serata piacevole con un amico. Niente di particolare.

Il tuo percorso è netto: risultati a Roma, a Catania e a Firenze. Quale è la cosa più difficile per un allenatore secondo te? Magari la gestione degli uomini, dei campioni? Con te nessun professionista ha mai discusso…
E’ tutto difficile, ma tutto si intreccia. Gestire il gruppo è capire i bisogni di ogni giocatore e credo sia essenziale, al di là delle conoscenze tecniche e tattiche.

Forse sei più bravi a gestire gli uomini di quel Capello a cui hai tirato una bottiglietta?
Non gliel’ho tirata…

L’hai calciata al volo di sinistro e bene…
Si ma dall’altra parte (sorride). Non posso rispondere comunque, a parte le battute Capello ha dimostrato negli anni di essere l’allenatore più vincente, dire che sono in qualcosa più bravo di lui… Magari a posteriori mi gestiva bene, quando entravo entravo e segnavo, quando giocavo dall’inizio magari segnavo lo stesso… Forse potevo dare anche un po’ di più, ma magari a lui e alla squadra bastava così. A me come giocatore non bastava così (ride).

Il migliore allenatore oggi? E il migliore che hai avuto?
Difficile, Conte sta facendo un campionato straordinario, non tanto per i risultati ma perché ha creato una mentalità di gioco, sicuramente in Italia è tra i più importanti e lo sta dimostrando anche in Europa, noi italiani dovremmo essere contenti di questo. All’estero ce ne sono tanti, sarebbe più complicato. Io ho avuto la fortuna di avere tantissimi allenatori, Erikkson, Capelo, Spalletti… Nella gestione sicuramente Capello, sul campo sicuramente Spalletti, poi con Mazzarri ho lavorato poco quindi non so dare un giudizio netto,ma anche lui a Napoli sta facendo cose straordinarie ed ha creato una mentalità nel tempo, ottenendo risultati.

Non è che con Totti hai parlato di Nazionale? Ci torna se Prandelli lo chiama?
(ride) No, non abbiamo parlato di Nazionale. Penso sia difficile obiettivamente, ma lui ha imparato a smentire con i fatti e con quello che sa fare in campo i giudizi.

L’attaccante oggi più simile a Montella?
Nelle movenze tra i giovanissimi Dybala del Palermo. Mi rivedo un po’ in lui.

Un domani credo che una grande te la meriti, probabilmente sei già pronto adesso. Meglio una grande da ricostruire come l’Inter, una col progetto giovani come il Milan o una già grande come la Juve? Quale è la sfida più bella?
Rispondo non rispondendo: siccome sono molto giovane e vorrei allenare per molto tempo mi auguro nel prosieguo mi possano accadere tutte e tre le situazioni che hai descritto.

E l’estero?
Mi piace molto, mi affascina. Non mi dispiacerebbe in futuro.

Un campionato che ti piacerebbe di più?
Quello spagnolo e quello inglese sono quelli che mi affascinano un po’ di più.

Redazione Sportiva