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MOTO GP. Il ruggito di VALENTINO ROSSI: “Guai se non vinco almeno una gara”

LA GAZZETTA DELLO SPORT – “Con la Yamaha finirò nei primi 3 ma battere Lorenzo sarà dura. Io sposo? Non ci penso proprio…”…

RASSEGNA STAMPA – (F. Falsaperla) – Eccitato. Valentino Rossi usa l’aggettivo più volte nella chiacchierata in Indonesia. Una nuova avventura, quasi una nuova carriera, malgrado i 9 titoli. E lui, pur giocando a nascondino, è sicuro: la storia può tornare.

Rossi, come s’è svegliato il primo gennaio?
“Sollevato? (ride, ndr). No, dai. A parte che il primo dell’anno è sempre particolare… diciamo, eccitato”. 

Come è stato questo inverno? 
“Buono, migliore degli ultimi anni. Soprattutto il 2010, con l’operazione alla spalla, è stata una bega mica da ridere. Ora sono in forma, pronto”. 

Ha fatto tante uscite al Ranch: solo divertimento o programma preciso di preparazione?
“Una preparazione per essere pronto. La nostra pista è un gran divertimento: è pronta per l’inaugurazione ufficiale”. 

Un giudizio sul Rossi pilota. 
“Comincio ad avere una certa età, però mi sento bene, motivato, con tanta voglia. So che sarà difficile dopo due anni molto negativi, ma sono pronto. In Yamaha andrò meglio”. 

Il rodaggio serve solo al pilota o pure alla squadra? 
“Per loro sarà più facile. Servirà rodaggio soprattutto a me”. 

Che Yamaha si aspetta? 
“A fine stagione, quando l’ho provata, mi son subito trovato bene. È migliorata molto in accelerazione. Il motore ora è 1000, ma i progressi si sentono. Sarà difficile, la Honda è motivata e nelle ultime gare è andata forte, ma la M1 è competitiva”.

Lorenzo è compagno scomodissimo: meglio che vi siate già conosciuti o uno nuovo avrebbe dato meno problemi? 
“Meglio conoscerci. Siamo più grandi e sappiamo cosa aspettarci. Lui ha un compagno scomodo e ce l’ho pure io. Ma l’altra volta, pur se abbiamo avuto problemi di condivisione del box, abbiamo vinto tutto”.

Ora è ancora più esperto: come si batte? 
“Sarà dura. Il suo punto forte è che ha capito i punti vincenti della Yamaha. Ed è quello che la guida meglio. Dovrò entrare piano piano. Più che guardare lui, devo mettere a posto la moto, avere il team carico, salire presto sul podio. Per battere Lorenzo ci vorrà tempo: all’inizio sarà più veloce”. 

La Ducati: sa dire realmente cosa non ha funzionato? 
“Con il team non siamo riusciti ad adattare la moto al mio stile e io ad adattarmi a lei”. 

Il rapporto con l’ingegner Preziosi: dal grande amore al grande freddo. 
“Mi spiace sia andata così, per me e per lui, ma più per lui: il progetto MotoGP era la cosa più importante della vita. Siamo andati abbastanza d’accordo, come con tanti in Ducati. Il problema sono stati i risultati. Io andrei a cena con Filippo. Mi spiace il suo allontanamento. In questi casi una testa deve saltare. Ne sono saltate due, ma io sono andato e lui hanno dovuto mandarlo via”. 

Si è parlato di richieste non assecondate, promesse non mantenute sulle modifiche… 
Filippo è venuto da me dicendo che sarebbero stati pronti a modificare la Ducati secondo le mie indicazioni, per fare una moto competitiva, più facile. Ma nella loro testa il percorso era: se mettiamo sulla moto Vale che sbaglia meno di Stoner, possiamo già vincere così. Non ce l’abbiamo fatta”. 

Lei, ma ancor più il suo capotecnico Burgess, avete accusato Ducati di non aver lavorato abbastanza: ingiusto, vista la quantità di materiale tirata fuori. 
“Esatto. Non è vero che non abbiano lavorato. Il guaio è non essere riusciti a risolvere i problemi che c’erano all’inizio”. 

Che rossa ha lasciato? 
“Ho lasciato una moto sempre difficile da portare al limite, non dà mai la sensazione di essere sotto controllo. Però hanno buoni piloti e possono far bene. Occorre vedere questi dell’Audi che via sceglieranno per migliorare la moto”. 

La vita privata: hanno influito questi due anni neri? 
“Se mi hanno cambiato è stato in meglio. Ma non credo. Sono passato per il periodo peggiore della mia carriera, ma sono abbastanza maturo. E poi, sono stati talmente tanti gli anni positivi che… avevo delle scorte. Crescendo hai meno sorprese, sai cosa succede facendo sport. Nel privato ho un buon “equilibrio”: lo avevo prima della Ducati e ce l’ho ancora”. 

Nel 2012 c’è stato un cambiamento sentimentale importante. 
“Ho lasciato la fidanzata. Quello che succedeva in pista non ha influito, anche se non aiuta se le cose al lavoro vanno male. Sei meno rilassato e sereno, il rapporto con una donna rende tutto più difficile”. 

Per Linda deve ringraziare la Gazzetta: racconta lei? 
“Sarò sempre grato alla Gazzetta… Lei aveva fatto un servizio per SportWeek e nella sua scheda c’era scritto che il suo sportivo preferito ero io. I miei “informatori” sono venuti a dirmelo e quando ho visto le foto ho pensato che valeva la pena cercarla. L’ho trovata, abbiamo cominciato a sentirci. Ma è stata una cosa lunga”. 

Siamo alla vigilia dei 34 anni: è pronto per il matrimonio?
“No, non sono pronto e spero di non sposarmi proprio. Lo farò solo se non potrò dire no”. 

E per un figlio? Ora è anche ‘zio’ della bimba di Uccio… 
“In questi mesi sono diventato zio 3-4 volte. Oltre Uccio c’è Carlo (l’allenatore, ndr) e qualcun altro. Ho mandato avanti Uccio, sto molto con loro, vedo come cambia la vita”. 

Qualche giorno fa Simoncelli avrebbe compiuto 26 anni: cosa le è rimasto dentro di quella domenica terribile? 
“Bruttissimi ricordi. Fortunatamente niente che mi abbia portato a smettere. Ma c’è un grande vuoto”. 

E di Marco? 
“I grandi ricordi. Pensando a lui si ride sempre. C’è il rammarico di non aver potuto stare di più con lui”.

Cambiamenti anche negli affari: ha lasciato l’azienda che le curava il merchandising e ora fa tutto da solo. Prepara un futuro da imprenditore? 
“Abbiamo iniziato a fare diverse attività. Mi piace, mi diverte, ma mai come la moto”.

Ha pensato al ritiro o vuole continuare a correre e vincere come il suo ‘amico’ Biaggi a 41 anni? 
“Correrò finché mi divertirò, quindi fin quando sarò competitivo. Non penso al ritiro”. 

A proposito di Max, mai pensato a un gesto di distensione? 
“Siamo molto meno nemici di prima. L’ascia di guerra è sotto terra”. 

Le piacerebbe se seguisse la MotoGP da commentatore tv? 
(Gran risata). “Moltissimo… Potrebbe essere divertente”. 

Tra poco in Italia si vota, si è fatto un’idea della situazione? 
“Sono tornato in Italia nel 2007, ma l’altra volta non avevo votato. Vedo un panorama negativo, forse non voterò nemmeno, nessuno mi dà fiducia. Non siamo messi bene: inutile votare uno o l’altro, dovrebbe cambiare il sistema”. 

Torniamo in pista, come è partita l’avventura Yamaha? 
“Bene. È bello tornare in famiglia. Tutti sono contenti che sia di nuovo qui. Dobbiamo aspettare i test di Sepang. Sono molto eccitato. In ogni caso è stato positivo andare in Ducati, sono più carico di quanto non sarei se fossi rimasto in Yamaha. Forse… sono più giovane”. 

La mente rilassata e la voglia di riscatto le possono dare un aiuto concreto nella guida? 
“Sì. Soprattutto da grande devi essere abbastanza sereno nella vita. Da ragazzino non cambia molto, te ne freghi. Ma con gli anni, per essere veloce tutto deve essere a posto”. 

Dura avere il passo dei primi? 
“Sarà difficile andare forte come Pedrosa e Jorge. Non una volta, ma con costanza. Dovrò impegnarmi. Non conosco il mio potenziale. Con la M1 sarò più competitivo, ma per cosa? Quarto, podio, vittoria? Non lo so”. 

Meglio secondo dietro Jorge o terzo dietro le due Honda? 
“Secondo dietro Jorge“. 

Non dovesse vincere un GP sarebbe una grossa delusione? 
“Sì. L’obiettivo è vincere quel GP che mi manca dal 2010. Se non dovessi vincere ma fossi tutte le domeniche sul podio potrebbe andare bene. Ma la vittoria è lo spartiacque”. 

Posizione a fine Mondiale?
“Difficile. Mi piacerebbe fare tanti podi… Almeno 10 e finire nei primi tre del Mondiale“. 

Dove si vede in Qatar? 
“Sul podio. Anche se non dovessi essere competitivo con Lorenzo e Pedrosa, bisognerebbe cercare di non essere lontano. E c’è da vedere cosa farà Marquez“.

Redazione Sportiva