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RUSSIA. Il manifesto degli ultrà «Allo Zenit né neri né gay»

IL CORRIERE DELLA SERA – Spalletti si dissocia: «Deve vincere la tolleranza»

(Getty Images)

 

Un manifesto «in nome del calcio tradizionale» e un problema per la Fifa che in Russia organizzerà i Mondiali del 2018 e farà fatica a ignorare il problema razzismo. Il più corposo gruppo dei tifosi dello Zenit San Pietroburgo, il Landscrona, ha scritto sul proprio sito una lettera aperta alla società indicando il decalogo del perfetto giocatore da Zenit, «una squadra che affonda le radici nella classe operaia e che deve mantenere la propria identità». Fino a quando questo significa predilezione per «giocatori combattenti piuttosto che stelle viziate» e persino «il rifiuto delle simulazioni perché vogliamo solo vittorie oneste», siamo nella normale retorica da curva. Solo che in nome del rispetto delle tradizioni («Noi dello Zenit siamo come un film d’autore e non vogliamo diventare l’ultimo blockbuster di Hollywood»), gli ultrà russi vanno decisamente oltre: «Non siamo razzisti ma vediamo l’assenza di giocatori neri nella nostra squadra come il perpetuarsi di un’importante tradizione». Se poi a ciò si aggiunge che lo Zenit (proprietà: Gazprom) è l’unico club importante del calcio russo a non aver mai ingaggiato giocatori africani […] Niente neri e niente gay.
Luciano Spalletti from Certaldo (Firenze), allenatore quindi già un pochino troppo esotico per i gusti dei suoi tifosi (come il difensore napoletano Mimmo Criscito), si è subito dissociato: «La tolleranza è la capacità di comprendere e accettare la diversità. Essere tollerante significa anche lottare contro ogni forma di stupidità. Lo Zenit ha accolto giocatori provenienti da diversi Paesi. Sono sicuro che noi e i tifosi educati avremo la meglio sui tifosi violenti, che rappresentano una cerchia ristretta».

Redazione Sportiva