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EUROPA LEAGUE. Troppi ragazzini, INTER travolta dal RUBIN KAZAN

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Jesus favorisce il gol di Karadeniz al 2′, nel finale doppietta di Rondon. Nerazzurri secondi…

(getty images)

RASSEGNA STAMPA – (A. Elefante) – Ci sono sconfitte bugiarde nel punteggio, ma che dicono altre verità. Non solo quella del primato nel girone di Europa League ormai perduto: ora l‘Inter sa con certezza di essere seconda alle spalle del Rubin Kazan a prescindere dall’ultima in casa con il Neftçi Baku, dunque sa di poter incontrare nei sedicesimi le prime degli altri gruppi e le migliori quattro provenienti dalla Champions League. Ieri sera l’Inter non meritava di perdere 3-0, ma lo ha fatto al termine di una partita che al netto di scusanti (non alibi) oggettive, ha confermato certi suoi limiti. Di organico, dunque di ricambi all’altezza dei titolari, dunque di possibilità di dosare meglio uomini e forze. Di poter fare scelte non al risparmio come quelle di Strama, che si è costretto a mettere in campo un‘Inter ancor più ‘bis’ del solito. Nelle ultime tre partite l’Inter ha raccolto due sconfitte intervallate da un pareggio. Solidità, corsa, buon pressing, ma pericolosità molto relativa, se non con le logiche ripartenze che nel finale hanno spaccato la squadra di Strama, sbilanciata alla ricerca almeno del pareggio. L’Inter non ha quasi mai trovato il modo di smascherarne certi limiti, fermandosi ad un comando delle operazioni che si è fatto ancora più netto nella ripresa, dopo un primo tempo bruttino assai perché moscio da una parte e dall’altra. Come se il gol trovato dal Rubin dopo appena un minuto e mezzo avesse appagato i russi e scompaginato piani e idee ai nerazzurri: forse Strama poteva aspettarsi qualcosa in più dai giovanissimi lanciati senza paura (Romanò e Livaja più che Benassi), ma ciò che di sicuro gli è mancato, al di là di qualche invenzione più concreta di Coutinho, è stato un contributo risolutivo sulle fasce di Pereira e Jonathan, per diradare la densità confezionata in mezzo dal Rubin. Nella ripresa il tecnico si è giocato le ultime carte a disposizione. A casa fra rinunce e infortuni Handanovic, Samuel, Nagatomo, Cambiasso, Mudingayi, Guarin, Sneijder, Obi, Cassano e Milito (più assenti di lunga data e fuori lista come Alvarez e Mariga), non gli restavano che Zanetti e Palacio. Con metri di campo spalancati dalle voglie nerazzurre di pareggio, non si è fermato Rondòn, che ha colpito due volte nel giro di 7′ per quel 3-0 finale che è bugia: ora è a Parma che l’Inter dovrà dire la verità.

Redazione Sportiva