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FIORENTINA. TONI: «Sono da battaglia mi piace il calcio vero la Fiorentina è casa mia»

IL CORRIERE DELLA SERA – «So che la Fiorentina sarà la mia ultima squadra, ma non se questo sarà il mio ultimo campionato»

(getty images)

 

Luca Toni esordito in serie A (con il Vicenza) a 23 anni e ora che ne ha 35 non è stufo di correre dietro a un pallone. «So che la Fiorentina sarà la mia ultima squadra, ma non se questo sarà il mio ultimo campionato». Ecco l’intervista rilasciata al Corriere della Sera:

Luca, voltandosi indietro c’è qualcosa che non rifarebbe?
«Non andrei a Dubai. A me piace il calcio vero e quello non lo è. Il posto è bello, l’atmosfera no. Voglio la battaglia sul campo e finché sto bene intendo giocare ad alto livello in un campionato competitivo».

Così è tornato a Firenze…
«Con Andrea Della Valle il rapporto non si è mai interrotto. Sapevo che la Fiorentina, prima di me, aveva altri obiettivi. Ma quando è venuta fuori questa possibilità ho scelto di rimettermi in gioco in una città che mi ha voluto bene e dove sono a casa. E proprio per questo motivo sento di dover dare qualcosa in più».

Andrea Della Valle, come lo ha ritrovato?
«Più tifoso e più vicino alla squadra. In estate era amareggiato per la contestazione che non meritava. Ora, invece, è felice».

Sembra di essere tornati all’inizio del ciclo Prandelli…
«Si respira la stessa aria e rivedo nella gente la stessa voglia di tornare a certi livelli. Allora la Fiorentina veniva da una salvezza sofferta, adesso da due campionati negativi. Oggi, come allora, c’è terreno fertile su cui lavorare».

Montella, insieme a Stramaccioni, è l’allenatore rivelazione del campionato.
«Vincenzo insegue prima il gioco dei risultati. O meglio i risultati attraverso il gioco. Per altri vincere è tutto, per lui no».

All’inizio sembrava che lei dovesse essere un uomo spogliatoio, invece sino adesso è stato prezioso soprattutto in campo.
«Tenere unito il gruppo è fondamentale se vuoi ottenere dei risultati. Avendo vissuto all’estero, so quanto sia importante mettere a proprio agio gli stranieri e favorirne l’inserimento. Però sono venuto qui per giocare, segnare e aiutare la squadra».

Ma lo sa già cosa farà da grande?
«Come ho detto so che Firenze sarà l’ultima squadra in cui giocherò. Poi resterò nel calcio. Magari mi iscriverò al Supercorso per diventare allenatore, come hanno fatto molti dei miei compagni campioni del mondo. Ma non so di preciso. Ora sono felice di essere qui».

Del Piero, suo compagno in Germania nel 2006, la felicità l’ha trovata in Australia, dall’altra parte del mondo…
«Con Alex ci sentiamo spesso. Lui è rimasto molto male di come è andata a finire con la Juventus, perché avrebbe voluto chiudere la carriera a Torino. Ma non è stato possibile e allora, avendo ancora voglia di giocare, ha scelto di emigrare. Totti, invece, arriverà in fondo con la Roma perché il suo rapporto è più solido di quanto non lo fosse quello di Alessandro con i bianconeri».

Come ha ritrovato il calcio italiano dopo l’esperienza a Dubai?
«Più povero. Stiamo scendendo di qualità. Quando nell’estate del 2007 sono andato in Germania, il campionato italiano era migliore di quello tedesco. Ora è il contrario. Il problema è la qualità che offriamo ai tifosi. Senza stadi nuovi non si va da nessuna parte».

E dove potrà arrivare la Fiorentina?
«Ancora è presto per stabilire degli obiettivi. Ma freniamo i sogni. Il motto deve essere: divertirsi senza esaltarsi. Ci sono squadre blasonate come Milan e Roma che verranno fuori. Con i rossoneri, che mi sembrano in ripresa, sarà dura. Io, alla fine, sarei contento di un posto in Europa League».

La dedica dopo il primo gol «per chi c’è e per chi non c’è» ha molto colpito l’opinione pubblica.
«Perdere un figlio è una tragedia che io e Marta ci porteremo sempre dentro. In quel momento ho pensato di smettere, staccare la spina e andare in vacanza. Ma dopo un po’ lei non mi sopportava più. Così mi sono rimesso in gioco e, se sono qui, è anche perché alla mia compagna questa città è sempre piaciuta moltissimo».

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Redazione Sportiva