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SERIE A. JUVE-INTER.Tutto il bello di MILITO: 46 tocchi, 3 tiri e 2 gol

LA GAZZETTA DELLO SPORT – L’argentino fa il pendolo in attacco: 2 cross, 4 sponde, 1 assist. Le punte della Juventus non incidono: una sola conclusione…

(getty images)

RASSEGNA STAMPA – (A. Schianchi) – Per essere una grande squadra bisogna avere (almeno) un grande attaccante. L’Inter si coccola Milito e s’iscrive alla speciale categoria. Grandi, i nerazzurri, perché là davanti il Principe (e anche Palacio, a dir la verità) è devastante: lotta, inventa, dribbla, tira, segna. Centravanti tuttofare, nel senso che si sbatte su tutto il fronte offensivo, detta il passaggio in profondità, ‘taglia’, salta e, quando è il caso, rientra a pestare i piedi a Pirlo. Questo sì che è spirito di sacrificio! Non altrettanto si può dire degli attaccanti della Juventus che poco incidono nella manovra e poco aiutano in fase di ripiegamento. Vucinic e Giovinco nel primo tempo, Bendtner e Giovinco nella ripresa (più Quagliarella che si aggiunge nel finale) non si smarcano con i tempi giusti, non si buttano negli spazi, non dialogano. E’ vero che la squadra di Conte ha segnato 22 reti, come l’Inter, ma va sottolineata la fatica con la quale i bianconeri si avvicinano alla porta avversaria. Servono tantissime azioni, quindi tantissime energie, per produrre un golletto. All’Inter, invece, basta appoggiarsi alle spalle forti di Milito. Il Principe si muove come un pendolo. Parte dal centro e si sposta con regolarità a destra e a sinistra, riceve i suggerimenti dei centrocampisti, duetta e poi si fionda in mezzo all’area nemica. In tutto tocca 46 volte il pallone e lo gestisce quasi sempre con sapienza: 13 passaggi giusti e solo 5 sbagliati. E poi: 3 tiri effettuati, 2 in porta (2 reti) e 1 fuori, 2 cross, 4 sponde e 1 assist. Segno che l’incidenza di Milito è pesante. E al suo fianco le ripartenze a razzo di Palacio. I due, tra l’altro, si gestiscono la marcatura su Pirlo: a turno uno rientra, contrasta, dà una mano ai centrocampisti. La coppia offensiva della Juve fa invece poco. Giovinco, in campo per tutta la partita, tocca 58 palloni. Vucinic, nel primo tempo, arriva a quota 34. Bendtner sui ferma a 32. Ma nel complesso non riescono mai con i movimenti ad accendere la lampadina ai centrocampisti (Pirlo in particolare). Se a questo si aggiunge che sono mancati gli inserimenti di Vidal e Marchisio, ecco il perché del k.o. della Juve.

Redazione Sportiva