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Palermo, BUDAN: “Io gioco in ricordo di mio figlio”

Parla il giocatore rosanero colpito da un grave lutto qualche mese fa.

(getty images)

E’ ritornato a parlare della morte del suo figlio Igor Budan. Ecco le sue parole: “Era il primo giorno di raduno, quando mia moglie Gina al telefono mi dice disperata di correre subito all’ospedale di Rijeka, perchè Amber. Perchè il corpo di Amber è volato via, ma lei è presente in ogni nostro respiro. Non c’è cosa più contro natura per un genitore che sopravvivere al proprio figlio. Mia moglie Gina, Amber e Victoria, l’altra nostra figlia di 4 anni. Gina è stata straordinaria con Victoria. Gli ha spiegato che “Biba”, così chiamavamo Amber, adesso è un angelo che è volato in cielo e questa storia la fa stare bene. Più avanti magari Victoria ricorderà i 2 anni in cui aveva condiviso la cameretta con quella sorellina con la quale litigava ogni giorno per le bambole e saprà che anche quello era un modo meraviglioso di amarsi. Quando quel giorno arrivai in ospedale ormai era ridotta a un’ematoma e non ho avuto il coraggio di vederla. Ho preferito ricordare la sua immagine tenera di quell’ultimo abbraccio, prima di partire per il ritiro. Mi ha rincorso fino alla porta e mi ha abbracciato riempiendomi di baci. Per ritrovare quei baci e quelle carezze spesso ho bisogno di stare da solo  perchè solo nel silenzio di una stanza o di una piccola chiesa poco affollata posso sentirla ancora vicina e riascoltare la sua voce. In quei momenti pensi che ormai nulla sarà più come prima, l’unica cosa è fuggire. Poi capisci che comunque il dolore ti verrà a cercare. Con Zamparini stiamo pensando a un Palermo-Rijeka. L’incasso vorrei che venisse utilizzato per ampliare l’asilo di Pakostane. È lì che Amber aveva trascorso le ultime due estati, a giocare, felice e spensierata, con i bambini del paese. Con Toni ci siamo incrociati, ma non abbiamo accennato al suo bambino (nato morto, ndr), magari più avanti succederà. Fabi e sua moglie, invece mi hanno voluto incontrare e abbiamo parlato della loro Lulù.  Dopo vorrei restare in questo mondo per cercare di migliorarlo. Vorrei che ci fosse più trasparenza. Un Farina che resta senza squadra mi fa venire il sospetto che ci sono ancora dirigenti che hanno interesse affinché il gioco sporco continui. Vorrei che ci fosse più preparazione culturale tra i calciatori e una maggiore conoscenza di una materia come l’Economia. Quando sei un professionista diventi una macchina da soldi, vieni visto e usato come tale. Molti spendono più di quello che guadagnano e non è accettabile. Vorrei fare qualcosa anche per loro, anche se considero veramente poveri solo quei bimbi che non hanno l’amore dei propri genitori. Quando c’è l’amore di un papà e di una mamma, io so che anche la miseria fa meno male“.

Redazione Sportiva