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JUVENTUS. CHIELLINI: “L’anti-Juve? Il Napoli…Le milanesi? Sono andati via diversi campioni, le difficoltà bisogna metterle in preventivo”

IL MESSAGGERO- Il difensore bianconero su Zeman: «Ha sempre insegnato calcio…Penso che per affermarsi ad alti livelli sia l’ultima chance».

(getty images)

 

Ecco uno stralcio dell’intervista al difensore bainconero a cura de “Il Messaggero”. Giorgio Chiellini, 251 partite con la Juventus, una bandiera. «Ci vuole molto di più per diventarlo», dice lui. Stasera un pisano a Firenze.

Partiamo dai segreti. Qual è quello della capolista?
«Il lavoro quotidiano. Ci sentiamo più forti dell’anno scorso ma non dobbiamo mollare un attimo».

Il caso Conte?
«Siamo tutti con lui. Non deve pagare solo per il nome».

Quanto vi manca in panchina?
«Tanto, pensavo meno. Con le parole trasmette grinta e poi sa risolvere situazioni delicate durante la partita».

A Firenze non lo vorrebbero neanche in tribuna.
«I Della Valle, a parte il caso Berbatov, si sono sempre comportati da signori con la Juventus. Non vedo perché non dovrebbe esserci».

Stasera sfiderete Jovetic che è stato accostato alla Juve, come Llorente e Drogba.
«Sarebbe un valore aggiunto in ogni squadra d’Europa. Parlare di mercato adesso non è giusto, mi auguro che le nostre punte facciano talmente bene da chiudere ogni discorso».

Qualcuno si è indignato vedendo Mauri in campo, dopo essere stato in carcere la scorsa estate.
«L’errore o è prima o è dopo. E’ stato trattato come se fosse già colpevole. È innocente fino a prova contraria. Prima di fare clamore, servono più prove. E’ un modo di procedere sbagliato. Si sbattono mostri in prima pagina come è stato per Conte».

Dopo la Fiorentina, Roma e Shakhtar.
«La partita contro il Chelsea ha detto che possiamo essere protagonisti anche in Champions. Ma solo lavorando come e più di prima e rimanendo umili».

Sabato sera stringerà la mano a Zeman?
«Perché non dovrei farlo?»

Cosa ha pensato quando John Elkann ha punzecchiato il boemo, affermando che aveva vinto più Carrera in una partita?
«Ho sorriso. Era una battuta. Noi giocatori siamo spettatori. A noi interessa il campo. Come Zeman fa giocare la squadra, le verticalizzazioni, i tagli».

È un grande allenatore?
«Ha sempre insegnato calcio. Ha fatto giocare le squadre in maniera spettacolare. Essere un grande è un po’ come per i giocatori: lo diventi solo se vinci qualcosa. A Roma ha un’ottima squadra che può migliorare tanto, può far crescere e plasmare i giovani come piace a lui. Penso che per affermarsi ad alti livelli sia l’ultima chance».

L’anno scorso a Firenze ne avete fatti 5 e alla Roma 4 allo Juventus Stadium.
«Fare meglio sarà difficile, se non impossibile. Mi accontenterei di due vittorie per 1-0».

Chi è l’anti-Juve?
«Il Napoli, senza la Champions e con Mazzarri. Poi Inter, Milan e Roma»

E la Lazio?
«È un’ottima squadra, da qui a vincere serve più tempo. Lotterà sicuramente per la Champions».

Cosa sta succedendo alle milanesi?
«Quando si cambia tanto qualche problema può esserci. Sono andati via diversi campioni, le difficoltà bisogna metterle in preventivo».

Era il momento giusto per l’addio di Del Piero?
«Prima o poi doveva succedere. La sua presenza manca nel gruppo. Sono contento che abbia deciso di vivere un’esperienza così affascinante in Australia. La sua casa sono Torino e la Juventus. In che modo, come e quando non lo so. Tornerà, ne sono sicuro».

Un fioretto se vincete la Champions?
«Meglio non dire nulla, c’è tanto da correre e sudare prima di pensarci».

Redazione Sportiva