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JUVENTUS. L’importanza di chiamarsi VUCINIC

Contro il Chelsea dovrà dimostrare di essere il vero top player bianconero. E quella doppietta in giallorosso…

(Getty Images)

Il suo arrivo alla Juventus nell’estate scorsa non avrà avuto l’impatto mediatico di un colpo come Drogba, Llorente, Jovetic o Van Persie, ma Mirko Vucinic ha saputo dimostrare di poter cambiare il volto di ogni gara con le sue giocate determinanti. Non è arrivato il top player? Forse Beppe Marotta ha capito di averlo già in squadra, senza bisogno di cercare altrove.

Dopo aver condotto i bianconeri alla vittoria dello scudetto (con 9 gol in 32 presenze), quest’anno sta infatti confermando di essere importante – anzi, fondamentale – per l’undici di Carrera, anche perché il feeling tra il numero nove juventino e Giovinco è sicuramente maggiore dell’intesa con lo spento Matri. L’attaccante montenegrino, trascinato dall’irruenza dell’inarrestabile Asamoah, ha ribaltato le sorti della sfida di domenica a Marassi contro il Genoa, realizzando il rigore del sorpasso e servendo l’assist proprio al ghanese, un altro grande interprete che nessuno avrebbe mai immaginato già così ben ambientato e inserito nei meccanismi della formazione campione d’Italia.

Il tecnico bianconero ad interim lo ha rimproverato per il suo impegno discontinuo e intermittente durante gli allenamenti, ma è pur sempre vero che per accendere la luce non basta il genio, ma serve anche la sregolatezza: e chissà se domani sera la colonna sonora della Champions League farà tornare alla mente di Mirko Vucinic il ricordo di quella doppietta in giallorosso contro i Blues nel 2008.

MARCO BUCCINO

Redazione Sportiva