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ROMA. Tutto quello che avreste voluto sapere su ZEMAN ma non avete mai osato chiedere

Tre domande a Giuseppe Sansonna, autore di due documentari e un volume dedicati alla figura di Zdenek Zeman

(getty images)

Di Zdenek ZEMAN si stanno scrivendo vita, morte e soprattutto miracoli. I suoi detrattori lo detestano, gli altri lo stimano, provano affetto per lui, i più grossolani lo venerano ma lui, il boemo più famoso d’Italia, non sembra dare tanto peso al clamore che si porta dietro La sua parabola umana e professionale può essere riassunta in 4 avvincenti capitoli: l’ascesa, la vicenda Calciopoli, l’“esilio” dal grande calcio e adesso, dopo Pescara, il capitolo più interessante del romanzo: “La Fenice ritorna”Giuseppe SANSONNA, giornalista, documentarista e scrittore, l’ha conosciuto di persona e gli ha dedicato persino un libro e due documentari. L’ultimo volume in ordine di tempo si chiama “Zeman. Un marziano a Roma” [minimum fax](FONTE)Chiediamo a lui…

1- Zeman: chi lo conosce ne tesse le lodi, chi se l’è ritrovato contro lo maledice. Che effetto fa parlare con lui di persona, tu che l’hai conosciuto? Che tipo è? 

Zeman è solo apparentemente gelido e distaccato. In realtà ha una sua ironia spiazzante, surreale. Sorride sornione, regala battute stranianti, mostra un affetto vero, raro. 

2- Il ritorno di Zeman avviene in un momento in cui la figura dell’allenatore, per imporsi, ha anche bisogno di costruirsi un’immagine mediatica forte, sul solco tracciato da José Mourinho. Non credi che Zeman in questo senso sia un precursore? Quale attore le ricorda?

La mia teoria è che Mourinho sia vincente anche perchè è un mito estetico. Persino i giocatori, giovani, belli e miliardari, sono destabilizzati da un allenatore potenzialmente più seduttivo di loro. Con la stampa, mostra tutto il suo effervescente narcisismo da star. Molto bravo. Zeman, invece, preferisce straniare la stampa sportiva. Crea un difficile piano d’ascolto per l’interlocutore, lo mette in difficoltà con lunghe pause e sussurrii, inducendolo a riflettere sulla vacuità della domanda che gli ha posto. All’inizio era timidezza, col tempo è diventato metodo, carisma.

3-Le virtù umane di Zeman sono note a tutti. Quali sono i suoi limiti?

 I suoi limiti sono quelli di ogni essere umano. Spesso lo si confonde con una figuira messianica. Ci si aspetta che si immoli per le folle. Qualcuno si stupisce che anche lui faccia delle scelte personali, legate al proprio rilancio professionale. Sul piano tecnico, la sua ossessività nel rimanere uguale a se stesso è anche il suo fascino. Ogni artista è monotematico, a ben guardare.

a cura di Giuseppe Piacente

Redazione Sportiva