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CALCIO. Maradona: “Il mio sogno? Allenare il Napoli”

L’ex Pibe de Oro, oggi alla guida dell’Al Wasl di Dubai, torna sulla presunta persecuzione nei suoi confronti da parte del fisco. E rivela di avere ancora un sogno nel cassetto

(Getty Images)

Non punta ad altre panchine il Pibe de Oro: Juve, Inter o Milan. C’è solo la panchina del Napoli nei sogni di Diego Armando MARADONA. Lui, 51 anni, dal 2011 alla guida dell’Al Wasl di Dubai, sceglie la vigilia degli Europei per togliersi qualche sassolino dalla scarpa e, dalle pagine de L’Espresso, dichiara:

NON HO MAI EVASO UN EURO– “Tutte le sentenze dal 1992 dimostrano che non ho mai evaso un euro, eppure sono stato umiliato in tutto il mondo. Solo perchè mi chiamo Maradona e perchè, evidentemente, mi considerano un po’ napoletano”.

L’AMORE PER NAPOLI”Io amo l’Italia e desidero con tutto il mio cuore tornare in Italia, anche per aiutare i bambini più bisognosi a giocare al calcio vero. E’ un bellissimo sogno. E il tempo risponderà. Di Napoli mi mancano i napoletani, l’energia dei tifosi, il sole e l’amore della gente a cui io ho dato tanto naturalmente. Il mio cuore è azzurro, non penso ad altre squadre quando penso all’Italia. I tifosi napoletani sono una forza della natura”.

GUAI COL FISCO– “Il fisco mi contesta una vecchia evasione che non esiste. Io ero solo un dipendente di Ferlaino e della società sportiva Calcio Napoli: se il mio presidente, come dice anche la giustizia italiana, ha sempre pagato bene le tasse per i giocatori e non ha mai imbrogliato, come potrei averlo fatto io da solo che all’epoca avevo appena 25 anni? Questo dicono tutte le sentenze. Ora che ho potuto dire anche alle mie figlie e miei familiari la verità e gridare la mia innocenza sono contento, vorrei dare un calcio a questa storiacciaIo non chiedo sconti, nè privilegi. Ho cercato la pace sociale, ma inutilmente: è come parlare con un robot. Il capo del fisco non mi vuole incontrare, ovvio che non abbia il coraggio di guardarmi negli occhi. Lui sa che non esiste nessuna violazione. Si persevera solo perchè mi chiamo Maradona, se mi chiamavo Esposito era diverso. C’erano degli sponsor, sì, che volevano chiudere in bellezza questa operazione, ma mi hanno riferito che il fisco non si è presentato alle trattative. Non vuole ascoltare i contribuenti, a differenza di quello che dichiara il dottor BeferaCareca e Alemao fecero ricorso e risolsero tutto. Io non feci come loro perché non ero più a Napoli e ho saputo di questa vicenda solo anni dopo. E cioè dopo che mi hanno strappato orologi e orecchino all’aeroporto, solo per umiliarmi davanti al mondo. Ho cercato di difendermi, ma mi dicevano che non c’era modo perchè si trattava di tasse vecchie. Purtroppo la giustizia in Italia non funziona e le conseguenze si vedono: sono innocente non solo perchè non ci fu la notifica, ma perchè il tribunale ha dichiarato nulle le pretese del fisco riferite a quel 1989″.


Redazione Sportiva