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SCOMMESSOPOLI. Pregiudicati e tifosi all’osteria con Mimmo

RASSEGNA STAMPA – LA GAZZETTA DELLO SPORT – (Francesco Ceniti – Roberto Pelucchi) – Per l’accusa Sculli procaccia denaro e appuntamenti. Altic vede Milanetto e Kaladze prima di Lazio-Genoa…

 

A volte il caso può essere un prezioso alleato. Il 10 maggio 2011, quattro giorni prima di Lazio-Genoa, gli agenti della squadra mobile di Alessandria stanno seguendo le tracce di un pregiudicato bosniaco di nome Safet Altic, successivamente arrestato per fatti di droga. Lo pedinano, lo fotografano, lo intercettano. Davanti all”Osteria del coccio’, a Genova, si forma un capannello di persone. Con Altic ci sono un suo amico albanese, Kujtim Qoshi, uno dei titolari del locale, Luca Pollicino, due ultrà genoani, Massimo Leopizzi e Fabrizio Fileni, e soprattutto Domenico Criscito e Giuseppe Sculli, sino a pochi mesi prima compagni al Genoa. Fileni sostiene di essere andato “a quell’incontro perché volevo contestare ai giocatori l’atteggiamento avuto nel derby con la Sampdoria. Per chi indaga, invece, era finalizzato a progettare il ‘tarocco‘ di Lazio-Genoa (magari a insaputa degli stessi ultrà).

Il mistero delle ‘porte’. Questo perché i contatti con Altic non si esauriscono lì. Telefonate, incontri. Due giorni dopo il bosniaco si vede in un bar di Genova con Milanetto e poi in serata corre a Milano per parlare con Kaladze. Secondo gli investigatori, il promotore degli appuntamenti è Sculli. “Tali incontri – si legge nell’ordinanza – si collocano in momenti nei quali Sculli e Altic, unitamente a soggetti a loro collegati, sembrano interessati alla raccolta di denaro, come peraltro appare dalle telefonate riferite all’incontro con Kaladze. Inoltre, nei dialoghi, “i contenuti sono espressi in termini criptici (documenti, assegni, computer, soldi, orologi)”. Il denaro raccolto deve essere portato a Roma, attraverso Altic, subito dopo l’appuntamento con Kaladze a Milano. Ma sia l’incontro con il difensore sia il viaggio nella Capitale saltano perché il bosniaco viene fermato e portato in questura per controlli.
Contatti sospetti. Secondo la ricostruzione investigativa, da Roma, Zamperini e Ilievski si danno da fare con Mauri e Milanetto (incontri a Formello e nell’hotel del Genoa), mentre dopo la partita continuano i contatti tra i giocatori del Genoa e Altic. Sculli utilizza una sim serba ‘per eludere eventuali investigazioni’, mentre Kaladze incontra il pregiudicato al campo di allenamento. Il gip Salvini scrive che Sculli ha “svolto il ruolo di ‘raccoglitore’ di una notevole somma di denaro per alimentare la combine ed è significativo che egli abbia poi preso parte all’incontro di Milano del 16 maggio che ha visto presenti tutti partecipanti, italiani e stranieri, alla manipolazione (giorno dell’addio al celibato di Dainelli, ndr). Vale anche la pena di ricordare che Sculli, quantomeno per i suoi rapporti parentali, non è estraneo al mondo della criminalità organizzata. E’ nipote dell’esponente di spicco della ‘ndrangheta Giuseppe Morabito detto Peppe Tiradritto, un mondo potenzialmente interessato a trovare canali di investimento e di riproduzione delle somme liquide di cui dispone. Tuttavia gli elementi raccolti nei confronti di Sculli, benché molto significativi e tali da confermare il quadro generale di lettura degli eventi fornito da Gervasoni, Carobbio, dall’analisi dei tabulati e dalle rogatorie, non sono definitivi in ordine al suo inserimento stabile nell’organizzazione e devono essere approfonditi”. Ecco perché Sculli non è finito in carcere.

Redazione Sportiva