IL MESSAGGERO (A. Angeloni). Il tecnico ai tifosi: “Mi hanno detto di far tirare fuori le palle, poi se lascio fuori Totti e De Rossi si monta un casino della madonna”…
Resto, non resto. Forse, non lo so. Essere o non essere. Come spiega l’edizione odierna de Il Messaggero, in Luis Enrique siamo passati all’incertezza del «dipende», qualche giorno dopo la certezza del «ho deciso al cento per cento». Lo spagnolo ammette: «Sarà importante l’incontro che avrò con la dirigenza. Ma non fondamentale», precisa. Ma da che dipende? Da tanti fattori: dal piazzamento in campionato, dall’ambiente, da ciò che la società gli prometterà in sede di mercato, dalla famiglia, per lui molto importante. «È importante adesso raggiungere l’Europa League. Se farò richieste alla società? Le mie idee le conoscono. Quando una società dà tutto non c’è da chiedere. Io ho dato il cento per cento». Ecco alcune componenti che saranno analizzate in quel famoso incontro. La piazza è perplessa, i calciatori sono titubanti, la società vuole che resti (ma solo se Luis stesso ne è convinto). Intanto si fanno nomi di altri allenatori. «Non mi dà fastidio, sono tutti tecnici di altissimo livello, compreso Montella». Stasera ultima all’Olimpico (i giocatori entreranno in campo con i figli per salutare la tifoseria), forse la sua ultima romana. Si aspetta fischi? «Mi aspetto un comportamento quasi perfetto del tifo. Nonostante certe figuracce, i tifosi sono sempre lì. La prima cosa che mi hanno detto quando sono arrivato qua è stata “falli correre” e “fuori le palle”. Poi ogni volta che manca Totti o De Rossi si monta un casino della Madonna. Ma chi sa come si allenano i ragazzi? Chi decide la formazione? Io. Sembra che abbia distrutto chissà quale pensiero quando ho lasciato De Rossi fuori. Se, però, faccio la stessa cosa con Curci non succede niente». Come a dire: la mia filosofia di vita (e di calcio) qui non viene capita. No, forse no.