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CALCIO. Delio Rossi e i suoi “irascibili” fratelli

Da Ferguson a Lippi. Quando l’allenatore perde le staffe

(getty images)

L’increscioso episodio che è costato la panchina a Delio ROSSI non è un evento sporadico nella storia dello sport e del calcio in particolare. La madre di tutte le sfuriate fu quella di sir Alex FERGUSON, che qualche anno fa dimenticò per qualche istante di essere baronetto di sua Maestà e tirò uno scarpino a David BECKHAM, idolo del Manchester Utd, nello spogliatoio dell’Old Trafford.

Qualcuno coniò per il manager scozzese anche il nomignolo di “hairdryer”, asciugacapelli proprio perché era solito stampare la sua faccia su quella del suo povero calciatore iniziando ad urlare fino a fargli drizzare la messa in piega: un sergente di ferro, altro che baronetto dai modi signorili. Alle volte l’apparenza inganna, come per il Barone Nils LIEDHOLM che, dietro l’apparenza un po’ sorniona, nascondeva grandi capacità di ira nello spogliatoio. Leggenda narra che una volta Liedholm appese “Ramon” Turone, al muro nello spogliatoio della Roma. Duro per antonomasia è sempre stato Fabio CAPELLO. In Inghilterra non durò molto il segreto di una vassoio lanciato contro i suoi giocatori a tavola, per colpa di uno di loro che spediva un sms durante il pranzo di una trasferta in Ucraina. Anche Adriano GALLIANI ha confermato pubblicamente oggi che «episodi così sono sempre successi, anche a Milanello tra insospettabili: ma sono in prescrizione» e chissà se si riferiva anche agli anni rossoneri di Capello, o a quelli di Ancelotti. Christian VIERI, anni dopo, raccontò di quando a Bergamo, nell’intervallo di un Atalanta-Juve, Marcello LIPPI lo sollevò per il collo, lui grosso come un armadio. Un incontro di boxe vero e proprio, secondo il protagonista. Ma poi risolto dalle scuse di Bobo al tecnico Juve la sera a cena. Di Carlo MAZZONE, uomo di temperamento, si favoleggiavano due episodi simili: con Gelsi negli anni del Pescara, con Rizzitelli in quelli della Roma. Anche “Magara”, come si era ribattezzato da solo, offrì alle telecamere la sua corsa piena di furia sotto la curva dell’Atalanta che l’aveva insultato per 90′.

Redazione Sportiva