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ATALANTA. Bergamaschi nei guai, il gip: “Doni agiva per conto del club”

(Getty images)

L’arresto di Cristiano Doni, che rappresenterebbe il capo dell’organizzazione che ha portato a un nuovo scandalo scommesse nel calcio italiano, non è l’unico atto effettuato da parte delle forze dell’ordine che stanno indagando per fare maggiormente luce sulla situazione, anche se le rivelazioni che stanno ora venendo alla luce potrebbero portare a nuovi guai per l’Atalanta, che era stata finora penalizzata di sei punti per l’atteggiamento del suo capitano, ma che si è  sempre detta estranea a quanto fatto da lui. Il gip Salvini, infatti, ha cercato finora di mantenere il massimo riserbo sul lavoro fatto da lui e dai suoi collaboratori, anche se quello che ora emerge non farebbe fare certamente bella figura al club bergamasco, che sarebbe stata tutt’altro che all’oscuro di quanto era successo negli ultimi mesi.

Nell’ordinanza che ha portato all’arresto dell’ormai ex calciatore (Doni la scorsa estate era stato squalificato a tre anni e sei mesi) il gip sostiene che l’attaccante agiva per conto del club e in modo particolare su consiglio di alcuni dirigenti, di cui però non viene fatto il nome, che aspiravano a ottenere senza possibilità di fallire la promozione in serie A, che è poi effettivamente avvenuta. “Interferiva o cercava di interferire, con interventi anche corruttivi, al fine di procurarsi illegittimamente i proventi delle scommesse, sui risultati di molteplici partite della sua squadra”, questo è quanto segnalato da Salvini. Lo scandalo, che sembrava essere terminato la scorsa estate con le punizioni inflitte a giocatori e club, sembra quindi essere solo all’inizio e non è da escludere che sia solo l’Atalanta a dover tremare per quanto sta per venire alla luce.

Ilaria Macchi

Redazione Sportiva