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ROMA. Luis Enrique: “‘Non cambierò la mia idea calcistica e non darò le dimissioni”

Come di consueto, anche oggi Luis Enrique incontra i giornalisti presenti a Trigoria alla vigilia della sfida di campionato (la Roma giocherà domani sera, ore 20.45, in trasferta contro il Parma). Ecco le dichiarazioni del tecnico asturiano:

Rivedendo quanto accaduto col Siena, un po’ di calo atletico nel finale: dipende dalla preparazione? Domani sera farà turnover?
Non sono preoccupato di nulla da questo punto di vista. Credo che sia una cosa normale quando non arrivano i risultati: tutto sembra più difficile. Non ho visto nessuno dei miei calciatori in difficoltà, non sono preoccupato da questa situazione. E’ normale, i risultati non sono ottimi e succede questo. Non cambierò la formazione per questo, se lo farò sarà per una mia decisione e perché 3 partite in una settimana sono uno sforzo fisico importante.
In 5 partite ufficiali 5 gol subiti e solo 3 fatti. Potrebbe cambiare il modulo?
Non cambierà la mia maniera di vedere il calcio, che è una maniera offensiva. Sono convinto di non cambiare la mia idea del calcio. I numeri sono negativi, non mi ci soffermo neanche troppo, ma credo di potere ribaltare la situazione. Un’ altra cosa è adattare il modulo ai propri giocatori: ritengo che un buon allenatore deve riuscire ad ottenere il massimo dai propri calciatori.
Aveva messo in preventivo tante difficoltà?
Uno si aspetta sempre di iniziare benissimo e che tutti parlino bene di lui e che tutto sia facile. Io non posso decidere come iniziare la stagione e non posso cambiare come è iniziata, è iniziata così: devo trovare la migliore strada per tornare al trionfo.
De Rossi molto basso è prezioso, ma non è forse un lusso viste le sue qualità di spinta? E’ possibile vedere in questa Roma un Totti più vicino alla porta?
Torniamo sempre allo stesso. Io voglio vedere il miglior De Rossi, il miglior Totti e lo stesso vale per tutti gli altri. In Daniele e Francesco vedo atteggiamento e rendimento ottimi, non sono preoccupato dal loro ruolo particolare, sono preoccupato dalla situazione generale che non è favorevole lo so. L’ho detto dopo la partita contro il Siena: io sono responsabile di tutto il male che sta succedendo, però continuo a lavorare per invertire la rotta. Quello che è successo conro il Siena non è quello che vogliamo, non è il mio modello di gioco: non vogliamo avere il pallone in maniera non significativa. I giocatori sappiano che non è quello il modello. Però non è facile fare le cose come le vogliamo. Continuiamo a lavorare e migliorare per arrivare alle cose che vogliamo.
I miglioramenti possono passare attraverso il cambiamento dei ruoli di alcuni giocatori chiave? Parlando di Totti e De Rossi, forse quelli attuali limitano alcune loro qualità…
Io non mi fermo a pensare. Nel caso di Francesco e le punte è un caso diverso: lui ha qualità e immaginazione, è il calciatore più libero e con più qualità della squadra. Il caso di Daniele è diverso: parte basso per dare il la al gioco. So che può giocare come interno, in Nazionale lo fa. Io non farò mai nessuna cosa che credo sia il male per la squadra. Poi può piacere o non piacere, è il vostro lavoro e lo capisco. Io cerco di trovare la migliore versione possibile della mia squadra.
Dalla Spagna si continua a dire che lei diventerà un grandissimo allenatore. Si sente ancora un apprendista o un pilota degno della Roma?
Il problema è chi ha detto questo. Un lavoratore? Un dottore? Io sono un buon allenatore ed è per quello che prendo questa situazione. E dico ‘buono’ perché sono modesto. Mi piacerebbe sapere chi ha detto quel che dice lei, sennò parliamo di ipotesi un po’ ridicole… Non possiamo dire che uno dal Barcellona dice che sarò un grande allenatore, anche mia nonna che è morta diceva che sapeva quando sarebbe piovuto… Per rigore professionale dovresti dirmi chi ti ha detto quest cosa. Per piacere un po’ di rigore, ora è facile la demagogia visto che la situazione è difficile. Non vendo fumo, lo so come va. Io però sono orgoglioso dei miei calciatori, della mia società e del mio staff e continuo a lavorare. Devo migliorare tantissimo e qualunque allenatore può apprendere sempre. Chi le ha detto che diventerò un grande allenatore?
Il problema a me non sembra fisico. I giocatori ti hanno chiesto di semplificare il gioco in campo? Si sentono capaci a fare quello che chiedi? C’è una strada più semplice da percorrere ora?
Il modello di gioco è semplice: avere la palla per superare le linee, arrivare in area avversaria e fare gol. Loro sono giocatori preparatissimi per fare quello che chiedo, in due mesi hanno migliorato molto la comprensione del calcio che io voglio. Dieci giorni fa a Milano tutti sembravano bravissimi, tre giorni dopo non possono sembrare giocatori di basso profili. Io non guardo il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, dipende da voi essere ottimisti o pessimisti. Il mio lavoro è aiutare al massimo i calciatori, ora ancora non ci riesco al 100%, è chiarissimo, ma il mio lavoro è ottenere questo.

Redazione Sportiva