Tracollo Milan, Pioli rischia: spaventa l’involuzione tattica, l’analisi post derby

Tracollo Milan, Pioli rischia: spaventa l’involuzione tattica palesata dalla squadra, l’analisi post derby fa riflettere. 

Stefano Pioli rischia Milan analisi
Stefano Pioli (screen Instagram)

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Non è stato uno spettacolo memorabile, non è stata una partita che sarà ricordata negli annali, non è stato un derby di altissima qualità. È stato più un derby dalle due facce, soprattutto quella dell’Inter, impressionante per la convinzione dei propri mezzi ma fragile nel saperla gestire e nel chiuderla nel momento topico della gara. Mentalità, o meglio, maturità. È mancata questa alla squadra di Inzaghi per essere completamente dominante anche nella ripresa.

Sin dai primi minuti l’Inter è apparsa l’assoluta padrona del campo, una squadra in grado di dettare i tempi di gioco a proprio piacimento; difatti, i ritmi sono stati abbastanza blandi ed è mancata l’intensità che solitamente si vede nei match di alta classifica, padroneggiata solamente in determinati momenti ma mai proposti di continuo. Questa libera presa di posizione mette in evidenza i demeriti del Milan, rimasto inerme ad osservare l’avversario senza coraggio, senza sfrontatezza, senza quel piglio necessario per cambiare l’inerzia della gara che, sponda rossonera, è stata disastrosa.

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Pioli rischia, l’analisi post derby fa riflettere

Stefano Pioli rischia Milan analisi
Stefano Pioli

Se Inzaghi e i suoi hanno avuto tutto il tempo di studiare l’avversario, cercando di colpirlo con calma e al momento giusto, con un possesso infinito che alla lunga ha prodotto troppo poco – ma il necessario – si può affermare con certezza che l’Inter ha dominato sul piano del gioco e su quasi tutti i duelli individuali, offrendo una prestazione di spessore attraverso un blocco ben costruito e plasmato ad immagine e somiglianza del credo tattico del suo tecnico, che ha saputo ripercorre il leit motiv delle ultime gare con tante buone trame e connessioni evidenti e consolidate tra i giocatori chiave.

È lampante come la squadra di Inzaghi evidenzi dei meccanismi ben oliati, conseguenza di un lavoro mirato nel tempo che ha saputo creare un collettivo unito, compatto, un contesto propositivo dove ogni giocatore sa cosa deve fare in ogni situazione, dove ognuno di loro mette la propria qualità e le proprie caratteristiche al servizio della squadra che, di contro, le esalta attraverso delle dinamiche studiate ma che al tempo stesso lascia spazio ed interpretazione alla fantasia del singolo.

Imprevedibilità, dunque, opzione non secondaria ma non unica nelle svariate soluzioni presenti per finalizzare la fase di possesso. Oggi non particolarmente evidente a causa di una gara bloccata e sporcata dal lavoro di contenimento voluto da Pioli, tuttavia percepibile dinnanzi alla valutazione di ogni singola situazione che di volta in volta si palesava.

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Pioli rischia: spaventa l’involuzione tattica, serve una sterzata

Maldini pensieroso Pioli rischia
Maldini pensieroso (screen Instagram)

Il lavoro inzaghiano proposto sino a questo momento rivela un 3-5-2 organizzato e di qualità, in grado di garantire la miglior occupazione degli spazi in fase di non possesso (con particolare attenzione al recupero difensivo e alle diagonali dei due quinti, la vera criticità di questo sistema di gioco), mentre in fase di possesso spicca un giro palla orizzontale e orientato soprattutto a ricercare il lato cieco, talvolta con un cambio di fronte che ha visto in Dimarco e Darmian due frecce in grado di trovare sempre la posizione ottimale e con i tempi giusti (sempre supportati da un appoggio costante, Barella a destra e Bastoni a sinistra) ma poche volte il pertugio giusto – anche se il ‘Toro’ ha flirtato spesso col gol grazie a loro e non solo – per servire al meglio l’ottimo Lautaro e il corazziere Dzeko.

Se nel primo tempo risulta impossibile non sottolineare il gran lavoro di ruba palloni svolto da Dzeko e Lautaro, oltre ovviamente alla qualità nel palleggio di Barella e alle incursioni di Dimarco che ha fatto ammattire Calabria, lo stesso non si può dire nella ripresa, durante la quale l’Inter ha mandato in campo la brutta copia di se stessa che poteva causare un clamoroso harakiri in una serata quasi perfetta sino a quel momento.

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Pioli rischia: un solo tiro in porta nel derby, mai così male

 

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Difatti, i demeriti dei nerazzurri hanno riesumato le ceneri di un Milan che si è ripreso lentamente più per orgoglio che per contenuti tecnici, approfittando di un’Inter molle, confusionaria, lenta, prevedibile e leziosa, che via via ha accusato il calo di alcuni big che hanno spento la luce; questo ha permesso a Giroud e soci di rientrare in partita, anche se l’inconsistenza dell’attacco è stata a tratti imbarazzante, basti pensare che Onana ha compiuto una sola parata in tutta la gara e precisamente verso la fine del secondo tempo…
Il dato deve far riflettere, così come la scelta insensata e azzardata di Pioli di affidarsi ad un 3-5-2 senza capo né coda, visto che la squadra ha palesato enormi difficoltà nell’approcciarsi ad un sistema di gioco che non ha mai approfondito ed è stato particolarmente evidente.

Nell’accurata analisi è sembrata più una mossa per contenere l’avversario che per contrastarlo efficacemente, un modulo scelto per essere speculare all’Inter ma senza avere quella qualità necessaria per le transizioni, visto che l’uomo migliore in questo senso è entrato solamente poco prima dell’ora di gioco. Una scelta tardiva che non ha portato i frutti sperati, poiché Leao non ha dato quella qualità necessaria che un giocatore dallo strapotere fisico come lui dovrebbe dare (quasi) sempre. Ad oggi rimane ancora un potenziale campione incompiuto, in quanto appare evidente la sensazione di possedere i colpi importanti ma ancora fini a se stessi.

Sta di fatto che il Milan poteva e doveva approfittare di un’Inter che dal 46′ al 75′ è apparsa scarica, spenta, molle, con una particolare tensione sempre crescente che l’ha resa apatica, una considerazione generale non consona all’Inter dell’ultimo periodo e soprattutto vista nel primo tempo del Derby, probabilmente già appagata per quanto proposto nella prima frazione.
Ad ogni modo, nonostante gli errori e gli atteggiamenti da Jekyll e Hyde, la truppa di Inzaghi porta a casa un risultato pesantissimo che la proietta al secondo posto e come principale antagonista dello straripante Napoli. Ma la via dello scudetto, almeno per quest’anno, sembra già decisamente incanalata verso una strada soleggiata e rinfrescata dalle acque azzurre e limpide della costa napoletana…

Sassarese classe ’85, nato il 5 febbraio come illustri calciatori, madre natura ha pensato bene di relegarmi a semplice commentatore del calcio giocato. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti ODG della Sardegna dal 2017, sono fiero ed orgoglioso di essere nato e cresciuto in questa terra meravigliosa. Interista dalla nascita, vivo nel ricordo del mito di Ronaldo il Fenomeno e delle imprese titaniche del ‘Triplete’ degli idoli Mourinho, Sneijder e Milito. Innamorato del fantacalcio, dei viaggi e del giornalismo calcistico, Sportnews mi ha dato modo di rivalutare il declino della Serie A con occhi diversi. Allenatore di calcio (UEFA C) e di calcio a 5, svolgo i due lavori che amo con assoluta passione e con tanta voglia di emergere.