Grande festa per il ritorno del Lecce in Serie A

Si è appena conclusa la partita che ha sancito il ritorno in Serie A del Lecce, dopo appena due anni di purgatorio: come è andata.

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(Wikicommons CC-BY-SA-3.0)

Sedici campionati di Serie A in meno di quarant’anni, alcune storiche salvezze, anni bui e poi la rifondazione e la rinascita, grazie all’era dell’attuale presidente Saverio Sticchi Damiani. Difficile in pochissime righe parlare del rapporto tra l’Unione Sportiva Lecce e il massimo campionato di calcio italiano. La prima volta in Serie A è stata “solo” nella stagione 1985-1986, conclusasi con la retrocessione, ma che regalò una storica vittoria all’Olimpico.

Il ritorno del Lecce in Serie A: sarà la volta numero 17 per i giallorossi

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(Wikicommons CC-BY-SA-3.0)

I giallorossi salentini tornarono in Serie A due anni dopo e conquistarono il nono posto nel 1988-1989: in quella squadra giocavano gli argentini Beto Barbas e Pedro Pablo Pasculli, quest’ultimo campione del mondo con l’Argentina nel 1986. Ma c’era anche ad esempio un giovanissimo Checco Moriero e in panchina Carletto Mazzone, protagonista di un vero e proprio show nella vittoria in casa contro il Torino. Tre stagioni in Serie A, poi l’amarezza della retrocessione, ma i salentini nel 1993 tornano in Serie A. Retrocedono subito, con record negativo di punti e arriva anche la Serie C la stagione successiva.

Segue la storica doppia promozione: in quegli anni, Pantaleo Corvino porta in Italia, sponda Salento, i vari Giacomazzi, Chevanton, Vucinic, Bojinov, per citarne alcuni. Sono gli anni dei sali e scendi tra massimo campionato e serie cadetta, di altre due storiche salvezze e di tante imprese contro le big. Per un decennio, il Lecce del patron Semeraro è una delle provinciali più amate, la sua tifoseria dimostra costantemente di meritare la Serie A, poi nel 2012 il trauma del derby truccato e della mazzetta pagata a Masiello del Bari. I giallorossi finiscono in Lega Pro e ci restano per cinque stagioni, sempre sfiorando ma mai conquistando la promozione: due le finali e una la semifinale perse ai playoff.

Nella stagione 2017-2018, finalmente la vittoria del campionato di Lega Pro e l’accesso alla Serie B. L’anno dopo è subito Serie A, ma la permanenza nel massimo campionato dura il tempo di una stagione: c’è amarezza per una salvezza a lungo inseguita e svanita solo nelle ultime partite. Sono gli anni di Fabio Liverani, che con questa squadra ha fatto davvero bene. Lo scorso anno, il Lecce arrivò quarto: sulla panchina sedeva Eugenio Corini, sostituito poi in questa stagione, come noto, da Marco Baroni.

Promozione del Lecce in Serie A: il capolavoro sull’asse Coda – Strefezza

Il campionato 2021-2022 di Serie B regala emozioni e patemi d’animo ai tifosi del Lecce: si tratta infatti di una stagione davvero accesissima, con diverse squadre a contendersi il primo e il secondo posto, garantendosi così l’accesso diretto nel massimo campionato. La svolta arriva solo alla terzultima giornata: i giallorossi vincono il big match col Pisa, contestualmente, le immediate inseguitrici, ossia Monza, Cremonese e Benevento, perdono in maniera clamorosa.

A due giornate dalla fine, il Lecce – trascinato da Massimo Coda e dalla sorpresa Gabriel Strefezza, ma anche da una difesa di ferro guidata da Fabio Lucioni e da ‘scoperte’ di Pantaleo Corvino, Hjulmand, Blin e Listkowski su tutti – si ritrova così ad affrontare la trasferta di Vicenza con quattro punti sul terzo posto occupato dal Monza. Quello che è accaduto sabato 30 aprile è ormai noto: il gol del vantaggio di Strefezza, l’esplosione di un petardo che mette ko Contini, portiere della squadra di casa, la rimonta veneta nei minuti di recupero. Il Monza si rifà sotto vincendo, la Cremonese resta a meno due: nell’ultima giornata, venerdì 6 maggio, il Lecce affronta il Pordenone, mestamente ultimo. Serviva la vittoria e la vittoria è arrivata. A sbloccare il match uno dei giocatori meno attesi, Žan Majer, lo sloveno alla quarta stagione in giallorosso.