Italia, niente mondiali: la perdita economica è altissima

L’Italia guarderà la seconda Coppa del Mondo da casa per la seconda volta consecutiva: un danno per il mondo del calcio ma non solo

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Azzurri al termine della gara con la Mcedonia del Nord (foto Ansa)

La sensazione è stata purtroppo la stessa vissuta già nel novembre 2017 quando per mano della Svezia la Nazionale di Ventura disse addio al sogno del mondiale di Russia dell’anno successivo, vinto poi dalla Francia.

L’eliminazione di ieri, avvenuta al 92′ contro la Macedonia del Nord, brucia molto soprattutto perché solo otto mesi fa Mancini e i suoi ragazzi si erano laureati campioni d’Europa. Da settembre, però, il percorso nelle qualificazioni è stato in salita, fino a costringerci ai play-off persi ieri a Palermo.

Ma oltre al danno d’immagine c’è anche il contraccolpo economico. Innanzitutto tutto ciò che sarebbe entrato nella casse in termini di diritti televisivi, poi gli sponsor. Senza contare, perché sarebbe incalcolabile, quanto non si guadagnerà dalle attività che ruotano attorno a un grande evento come una partita del mondiale.

Per la prima volta si sarebbe giocato in autunno e quindi forse ci sarebbero stati meno persone ai raduni in piazze con i maxischermi, ma le attività del settore della ristorazione in quel periodo avrebbero probabilmente registrato qualche entrata in più.

Non ci sarà nessuna vendita di gadget, poster dei calciatori e cose simili. E soprattutto non ci sarà il premio per la Federazione Italiana Giuoco calcio.

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Italia fuori dai mondiali, cosa faranno gli sponsor

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Come per tutti i tornei sportivi, la sola partecipazione avrebbe garantito un premio. Man mano che si va avanti ovviamente si guadagna sempre di più. Per l’Italia non ci sarà nulla di tutto questo.

La Federazione perderà anche dai contratti già sottoscritti di sposorizzazione. Essi prevedono infatti meno 5 milioni di euro se la Nazionale non si fosse qualificata. Un modo per ammortizzare i costi e la mancata esposizione dei propri marchi nella grande manifestazione che avrebbe dato visibilità mondiale. 

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Ora, come cinque anni fa, si dice di nuovo che bisogna riformare tutto il sistema calcio. Già nel 2017 era stato detto e Mancini aveva risollevato le sorti degli azzurri ma forse si è fatto troppo poco dove molti chiedevano interventi ossia dalle fondamenta. Il calcio italiano deve ripartire dalle scuole calcio, dai giovani dei propri vivai.