
“Aaron Ramsey pride of Wales“. Tradotto “Ramsey orgoglio gallese”. C’è scritto così su una bandiera in bella mostra sulle tribune dell’Emirates Stadium. Quando lo speaker scandisce il suo nome e lo chiama per l’ingresso in campo, tutti i suoi compagni sono schierati ai lati della passerella, c’è tutto il popolo dei Gunners in piedi ad applaudire. Standing ovation da brividi per salutare il proprio beniamino che lascia Londra e l’Arsenal per una nuova esperienza. Lo attende la Juventus.
Aaron Ramsey says a tearful goodbye to Arsenal fans ?
What a great servant to the club he’s been ?#AFCpic.twitter.com/IEBlwXaGVR
— GiveMeSport Football (@GMS__Football) May 5, 2019
L’abbraccio con Peter Cech, in mano la targa sulla quale è inciso il suo nome indelebile nella storia dei Gunners, Ramsey non resiste e si emoziona.
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“Ero arrivato da ragazzino, me ne vado da uomo” aveva postato pochi giorni fa un pensiero sui social. Parole lasciate in rete sul suo profilo Instagram. Gli esordi con il professore Arsene Wenger. 11 anni di permanenza, 369 presenze, 64 goal, 62 assist, 3 FACup.
Classe 1990, ha dichiarato che la sua ultima partita con la maglia dell’Arsenal è stata quella di Napoli e che il suo viaggio è stato esaltante. Il distacco non è facile “Dire grazie e addio allo stesso club non è facile per me. Ci sto provando” ha detto a Sky Sport UK.
Ora la serie A, San Siro, le romane, la splendida Firenze fino al neo promosso Brescia. Una nuova sfida in un nuovo Paese.
Da convalescente farà il tifo per i suoi compagni impegnati nella semifinali di Europa League contro il Valencia. Un trofeo che manca nella bacheca del club di Islington.
Un solo grande punto interrogativo: i suoi numerosi infortuni patiti in carriera lo perseguiteranno anche a Torino?
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