MotoGP, caso Ducati: udienza terminata, verdetto entro martedì

Andrea Dovizioso Ducati MotoGP

MotoGP 2019, sentenza sul caso Ducati entro martedì 26 marzo.

Le sei ore di udienza presso la Corte d’Appello FIM a Ginevra non sono bastate per emettere subito un verdetto sull’ormai noto “caso Ducati“. Stando alle ultime indiscrezioni, la decisione sulla regolarità dello spoiler posteriore della GP19 verrà presa lunedì 25 marzo o martedì 26 marzo.

Prima del prossimo Gran Premio d’Argentina 2019 MotoGP il quadro sarà chiaro, comunque. Stamane l’udienza è iniziata attorno alle 11 e ciascuno dei team coinvolti nella vicenda ha esposto in maniera dettagliata la propria posizione, chiamando in causa tecnici esperti ovviamente.

Honda, Suzuki, Aprilia e KTM sperano di aver convinto la Corte d’Appello FIM che l’appendice della Ducati genera un carico aerodinamico vietato dal regolamento. Invece la squadra di Borgo Panigale auspica di essersi difesa bene nello spiegare che la soluzione adottata sulla GP19 serve solamente a raffreddare la gomma posteriore.

>> Se vuoi rimanere aggiornato sulle news di sport >> CLICCA QUI

Adesso bisognerà attendere la sentenza definitiva sulla questione. Anche se fa detto che le parti potranno comunque fare ricorso al TAS di Losanna in caso di verdetto non soddisfacente. A Ginevra in questi giorni verranno fatte le dovute valutazioni e poi sapremo se la vittoria in Qatar di Andrea Dovizioso, così come il sesto posto di Danilo Petrucci, sarà convalidata o meno. Sarebbe un peccato veder annullato il successo del forlivese a Losail.

Intanto gli scenari possibili sono tre per quanto concerne la decisione della Corte d’Appello FIM:

  • Risultato confermato e spoiler regolare: Ducati vede confermata la vittoria di Dovizioso e il 6° posto di Petrucci.
  • Dovizioso e Petrucci esclusi dalla gara e spoiler irregolare: Ducati perde i punti e non può utilizzare lo spoiler nelle prossime gare.
  • Risultato confermato, spoiler irregolare: la Federazione può decidere di non penalizzare la Ducati, ma allo stesso tempo va rivista la governance tecnica in MotoGP.

 

Matteo Bellan