MotoGP, caso Ducati. Rivola: “Li avevamo avvisati”. Ciabatti non ci sta

Paolo Ciabatti Ducati MotoGP 2019

MotoGP 2019: rimane aperto il caso Ducati dopo il GP del Qatar.

La vittoria di Andrea Dovizioso nella gara MotoGP in Qatar rimane congelata. Quattro team hanno fatto ricorso per la presunta irregolarità dello spoiler posteriore della Ducati. La decisione definitiva della Corte d’Appello di Ginevra arriverà nei prossimi giorni.

Honda, Suzuki, Aprilia e KTM sono convinti che quel “cucchiaio” non serva semplicemente per raffreddare la gomma dietro. Esso genererebbe carico aerodinamico, cosa vietata per regolamento. Tuttavia, la casa di Borgo Panigale si fa forte del via libera ricevuto dal direttore tecnico FIM Danny Aldridge e conta di vedere convalidato il successo di Losail.

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MotoGP, caso Ducati: le posizione di Rivola (Aprilia)

Massimo Rivola, amministratore delegato di Aprilia Racing, in un’intervista a La Gazzetta dello Sport ha spiegato che ad inizio anno aveva aveva sottoposto a Aldridge un progetto simile a quello Ducati, vedendolo però rigettato. Queste le sue parole: «La risposta di Aldridge del 19 febbraio ribadiva che una soluzione simile “potrà essere montata solamente in condizioni di bagnato”. Di conseguenza ci siamo fermati».

La prima a portare quella soluzione era stata la Yamaha per il GP conclusivo a Valencia, dove ha piovuto e quel “cucchiaio” fu ritenuto legale per ragioni di sicurezza. Rivola sostiene che l’appendice portata da Ducati già nei test invernali sia qualcosa di differente: «E’ un triplano, ovvero un’ala che per sua definizione genera un carico aerodinamico. Si può evidenziare in un semplice studio di fluidodinamica che fa capire come tutto quello che fai davanti ha effetto su quello che c’è dietro: in quella zona l’aria è velocissima, metti un triplano e generi carico».

Il dirigente di Aprilia ha aggiunto anche che il team di Borgo Panigale era a conoscenza del probabile reclamo degli altri team: «La nostra non è stata un’azione contro la Ducati, non vogliamo fare un dispetto a nessuno. Tanto che avevo avvisato Gigi Dall’Igna che avremmo fatto reclamo nel caso lo avessero usato, visto che a noi era stato negato. E avevo informato pure Carmelo Ezpeleta. Vorremmo che le regole fossero chiare per tutti».

MotoGP, caso Ducati: la risposta di Ciabatti

Paolo Ciabatti, direttore sportivo di Ducati, è intervenuto a Radio 24 per spiegare il proprio pensiero sulla vicenda: «Abbiamo montato questo particolare previsto dal regolamento, o meglio da una circolare esplicativa inviata a tutti i costruttori il 2 marzo dal direttore tecnico, Danny Aldridge. E l’abbiamo ovviamente realizzato in linea coi dettami di questa circolare. L’abbiamo anche mostrato allo stesso direttore tecnico».

Secondo il dirigente della casa di Borgo Panigale i team Honda, Suzuki, Aprilia e KTM avrebbero potuto chiedere lumi con anticipo rispetto al gran premio in Qatar: «Se avessero fatto presente prima che avevano dei dubbi, questi dubbi si sarebbero chiariti nelle sedi opportune. Ribadisco che questa famosa circolare è del 2 marzo, quindi c’era tutto il tempo, volendo, per sollevare problemi e eccezioni. Noi ci saremmo adeguati. Ma nel momento in cui la persona deputata dal regolamento della Fim dice che la soluzione tecnica è conforme al regolamento, e lo dice alla Ducati, la Ducati la usa e non capisco perché non avrebbe dovuto farlo solo perché un altro costruttore non è d’accordo».

 

Matteo Bellan