Roma, Ranieri: “Basta scuse, i giocatori devono morire sul campo. Chiedo l’aiuto dei tifosi. Champions? Vicina”

Claudio Ranieri neo tecnico della Roma
Claudio Ranieri neo tecnico della Roma

Claudio Ranieri inizia la sua seconda avventura sulla panchina della Roma. Il tecnico capitolino, chiamato al posto dell’esonerato Di Francesco, nel 2010 sfiorò lo scudetto con i giallorossi.

Il neo allenatore romanista si presenta alla stampa nel Centro Sportivo di Trigoria, alla vigilia del match contro l’Empoli, posticipo del 27mo turno di serie A, in programma domani sera all’Olimpico.

Emozioni rispetto a 10 anni fa: “Sono sempre belle. Continuo a fare questo lavoro per viverle. Poi tornare a Roma hai qualcosa in più, qualcosa di speciale per noi tifosi della Roma. Momento difficile, ma sono pronto a lottare”.

Dove intervenire: “Ho fatto un solo allenamento. Erano 12 ieri. Oggi sarà il primo con più giocatori. Parlerò con ognuno. La cosa più importante sono le motivazioni. Arrivo da fuori, la Champions è molto vicina. Importantissime le prossime due gare e il pubblico. Questi ragazzi sono in difficoltà hanno bisogno di loro, da solo non ce la faccio, mi serve l’aiuto dei tifosi”.

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Di cosa è rimasto colpito e fase difensiva: “Questa squadra il gol lo fa sempre, certo alla fase difensiva tutti devono contribuire. Dobbiamo stare attenti a non perdere palle, come spesso è accaduto. Il giocatore che sbaglia perde fiducia e non va bene”.

A cosa si aggrappa per crederci: “Mi aggrappo ai tifosi. Bisogna sentirsi amati e chiedo ai sostenitori di starci vicino. Quello che sento dico, senza paura. Vogliamo vedere la squadra arare il campo, bisogna sprizzare rabbia e determinazione. Bisogna morire sul campo“.

Su Florenzi, Zaniolo e Schik e Dzeko insieme: “Florenzi è un giocatore universale, l’importante è che si riprenda. Deve tirare fuori la sua romanità, petto in fuori, mi aspetto molto. Zaniolo giocando centrale è meglio ma dipende anche da chi può giocare esterno. Ma devo parlare con ognuno  e capire chi può darmi di più da esterno. Dzeko e Schick devono giocare insieme. Il ceco è fortissimo. Se si sblocca i tifosi s’innamoreranno di lui”.

Su Pastore: “Ha una classe sublime ma adesso ho bisogno di chi deve fare la differenza. Voglio chi corre, lotta, aiuta gli altri. Chi fa questo gioca, in generale. Tutti devono dare di più. Ha pagato Eusebio, ora devono rispondere i giocatori”.

Sul suo contratto fino a giugno. Nella prossima stagione dove sarà: “Adesso mi vedo qui e non vado oltre. Cammino passo dopo passo. Se la Roma chiama rispondo sì. Ho firmato fino a giugno solo per la Roma”.

Aspetto mentale dei giocatori: “Non mi interessa. I giocatori sono uomini  e devono dare il meglio. Basta scuse. Se sono alla Roma devono meritarlo. Voglio una squadra allegra, sorridente e che lotta. Ognuno lasci i problemi a casa sua”.

Prima battuta alla chiamata di Totti e Di Francesco: “Che fa mister? Eusebio non l’ho sentito perchè capisco l’amarezza per chi viene esonerato. Ho tifato per lui e mi dispiace perchè è un grande professionista. Tutti sbagliano. Non contano i soldi, sono qui per la maglia”.

Sul suo dna da riparatore di squadre rispetto all’esperienza passata: “Tanti anni fa era una squadra importante ma sul viale del tramonto, li ho motivati il primo anno, non il secondo, quindi sono andato via. Ora non lo so, devo andare sul campo prima. Chiederò il massimo ai giocatori, sono esigente e voglio il massimo”.

Perchè a Roma è così difficile e su cosa bisogna intervenire: “Io scelgo Roma per quello che sapete, perchè ne sono tifoso. Roma dà emozioni che nessun altro posto regala, quindi gli altri vengono per questo. La nuova proprietà cerca di fare del suo meglio, a fine stagione deve far quadrare il bilancio. L’aspetto mentale è la prima cosa su cui intervenire in questo momento. Voglio gente ambiziosa, che non si arrende mai”.

Su Dzeko, Olsen e Mirante: “I bomber hanno sempre un anno no, anche i più grandi attaccanti della storia. Ci sono ancora 12 gare e vediamo cosa può fare Edin. Sul portiere ancora devo decidere chi giocherà domani”.

Apertura dei cancelli durante gli allenamenti: “Ci vuole la  campana di San Pietro. Ci vuole serenità, rabbia e determinazione”.

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