Inter, Moratti rivela: “Prima del Milan, Ibra voleva tornare. Sneijder? Devo ringraziare un barista”.

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Massimo Moratti racconta degli aneddoti.

Inter, Moratti: “Ho provato di tutto per avere Iniesta”.

Intervistato dal Corriere della Sera, l’ex presidente dei nerazzurri, Massimo Moratti, ha raccontato alcune storie riguardanti i suoi anni come patron della squadra.

Ibrahimovic e Pirlo: “Con Andrea, quando dal Milan andò alla Juventus, ci fu più di uno spiraglio per un ritorno all’Inter. Ma non se ne fece nulla. Ibrahimovic, quando passò dal Barcellona al Milan, mi chiamò. Confessò l’inizio della trattativa e, con un gesto che ho molto apprezzato, mi disse che se avessi avanzato una controfferta, avrebbe scelto noi. Una controfferta pure al ribasso, si premurò di sottolineare. Ma, come ho detto, le strade erano tracciate e non aveva senso forzare gli eventi”.

Sneijder: “A Forte dei Marmi, mi fermò un barista dicendomi che ci mancava un unico giocatore decisivo per le accelerate in mezzo al campo ed era Sneijder. Parlò con tale forza persuasiva che io, per non commettere errori, chiamai Branca chiedendogli di sentire Mourinho. Branca richiamò e disse che Mou aveva esclamato: “Magari”. Partimmo con la trattativa, che si sbloccò anche perché al Real, Sneijder non trovava spazio. Quel barman non l’ho più rivisto. Lo volevo ringraziare”. 

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Mourinho: “Mi aveva incantato in un’intervista quando allenava il Benfica. Lì mi dissi che prima o poi l’avrei portato a Milano. Ci vedemmo per due volte. Per la  seconda si presentò con un quadernone, fitto fitto di appunti e schede: era uno suo studio sull’Inter di allora, con le caratteristiche dei giocatori in rosa e i nomi di altri calciatori che sarebbero stati funzionali. Quel quaderno sembrava una tesi di laurea, un lavoro pazzesco, di sicuro costato giorni e notti di lavoro”. La prima volta Mou arrivò sotto casa mia in incognito, camminava radente i muri. Quando aprì la porta, finalmente convinto d’aver superato ogni rischio e di essere al sicuro, la colf si mise a urlare il suo nome. Quella donna era portoghese, e mai avrebbe immaginato di trovarsi davanti uno dei beniamini nazionali. Lui era imbarazzato, continuava a fissarmi ed io ridevo, divertito come non mai”.

Iniesta: “Incontrai i vertici del Barcellona e chiesi Iniesta. Avevamo forza economica e persuasiva… Parlai di parecchi giocatori. Ma quando pronunciai il sui nome, l’atteggiamento mutò radicalmente. Avrei potuto fare qualsiasi offerta e sarebbe stato inutile”.

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