Real Madrid, Seedorf: “Blancos speciali in Champions. Solari non odia Isco”.

Seedorf Ajax Real Madrid
Clarence Seedorf sul Real Madrid e la Champions League.

Real Madrid, Seedorf: “Blancos favoriti, ma sarà una gara combattuta”.

Intervistato in esclusiva per Marca prima della sfida tra Ajax e Real Madrid, Clarence Seedorf, vincitore di una Champions League con entrambe le squadre, ha parlato del passato e dell’attuale situazione delle due società.

Favorita:  Il Real Madrid lo è, sono i campioni in carica ed hanno esperienza per le vittorie in Champions. Questo non significa però che vinceranno al 100%“. 

Ricordi: Quando ho vinto la mia prima Champions avevo 19 anni ed è stato fantastico. Dopo la partita, ero con il mio idolo da quando ero piccolo, Frank Rijkaard, e facevo interviste con lui a fine carriera mentre io stavo iniziando la mia. Non ho dormito per tutta la settimana successiva. Anche quella con i galacticos è stata incredibile: eravamo un gruppo di giocatori affamati, con una motivazione sensazionale e tutto ciò che era necessario per portarla a casa e l’abbiamo fatto, dopo 32 anni abbiamo riportato la coppa a Madrid“.

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L’Ajax del presente:  “Oltre a de Jong e de Ligt anche Zyech, Dolberg, Tadic o Huntelaar sono importanti. Gli olandesi potrebbero credere di vincere perchè agli avversari, avendo trionfato negli ultimi anni, potrebbe mancare la motivazione, ma il Real quando gioca in questa competizione ha sempre qualcosa di speciale“. 

Quarta Champions consecutiva: Tutto è possibile, sarà molto difficile, ma possono farcela”.

Cambiamento: Dal 1998 il Real Madrid ha vinto sette Champions, ma tutto è iniziato ad Amsterdam, in quell’incredibile finale contro la Juventus di ZidaneSono orgoglioso e onorato di aver rappresentato il punto di svolta per il ritorno dei blancos in Europa dopo molti anni di assenza e, soprattutto, guardare quello che è successo dopo tante vittorie. È una sensazione speciale, molto gratificante. Il club si è rafforzato molto durante questi anni, è diventato un gigante anche fuori dal campo e sono felice di vedere questa crescita”. 

Senza Ronaldo: Cristiano era considerato un re a Madrid ed era una garanzia di gol per la squadra. Se Cristiano fosse ancora nella squadra, il Real avrebbe avuto più fiducia in se stesso, ma non credo che i risultati sarebbero stati così diversi. Probabilmente l’uscita di Zidane ha avuto un impatto maggiore perché la metodologia di lavoro è stata cambiata. Chiunque lo avesse sostituito avrebbe avuto bisogno di un lavoro speciale per avere successo immediato e superare le difficoltà iniziali”.

Solari: “E’ una brava persona. Non lo conosco come allenatore, nel modo in cui lavora. Penso che stia facendo ciò che è necessario, gestire un gruppo di giovani e veterani, per garantire che entrambi vadano nella stessa direzione e di trovare nuove motivazioni per cercare di superare quello che hanno già raggiunto negli ultimi anni”.

Caso Isco: Dall’esterno è sempre difficile sapere cosa stia succedendo. E’ sicuramente un giocatore molto importante ed è uno di quelli che metterei in campo se avessi l’opportunità di allenarlo. Allo stesso tempo, tutti i giocatori importanti possono attraversare momenti difficili ed è compito dell’allenatore, nell’interesse della squadra e anche del calciatore, recuperare la condizione mentale e fisica. Solari non è così pazzo da lasciare fuori un giocatore senza avere una ragione importante per farlo“.

Pallone d’Oro e Modric: Non ho avuto la fortuna e il privilegio di vincere questo premio individuale, come altri grandi campioni che hanno fatto la storia in questo sport. Luka ha dimostrato di essere un MVP nelle sue squadre, sia nel Real che nella nazionale croata. È stato coerente e ha dimostrato continuità. Lui è un giocatore intelligente. Inutile fare confronti con il passato, era un calcio diverso con diversi giocatori. Il premio è stato meritato“.

Esperienza al Derportivo: “Ci sono mancati tempo e risultati. Sono arrivato molto tardi e, nonostante i significativi miglioramenti che tutti potevano vedere, abbiamo perso alcune opportunità di segnare gol facili e decisivi che avrebbero potuto cambiare la fine della storia“. 

Allenare il Camerun: Il mio obiettivo è aiutare questa nazionale a diventare rispettata nel mondo. Stiamo attraversando un processo di ricostruzione e la partita contro il Brasile disputata a Londra a novembre ci ha dato importanti indicazioni sui progressi compiuti in questi mesi”. 

Ritorno in Spagna: “E’ uno dei migliori campionati del mondo, quindi sarei disponibile se l’opportunità si presentasse in futuro“.

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