Petr Čech, il mitico caschetto e la notte magica di Monaco

Cech in trionfo a Monaco
Cech in trionfo a Monaco

Petr Čech ha vinto tutto ed ora vuole fermarsi.

Nella foto sopra c’è tutta la felicità del portierone ceco che, anche grazie alle sue miracolose parate, ha contribuito alla vittoria del Chelsea in Champions League per la prima ed unica volta finora. I blues sono stati la prima squadra londinese a conquistare l’ambito trofeo. Nemmeno l’Arsenal o il Tottenham ci sono mai riuscite, tanto meno West Ham e le altre della capitale del Regno Unito.

Nato a Plzeň, città della birra e della casa automobilistica Skoda, dopo tutta la trafila con il Viktoria Plzeň, cerca gloria nei top club boemi.

Čech lo abbiamo conosciuto con la maglia granata dello Sparta Praga e poi visionato e apprezzato con la sua nazionale, quella Repubblica Ceca che senza Pavel Nedvěd sta facendo fatica a ritornare tra le grandi d’Europa. Per lui anche due stagioni in Francia con i bretoni rossoneri del Rennes dal 2002 al 2004.

Dopo tante stagioni a Stamford Bridge (ben 11) dove ha vinto tutto, dalla Champions alla Premier League fino alla Coppa Uefa (con Rafa Benitez) e l’FA Cup, oltre a tutte le altre coppe e trofei restanti, nel 2015 si è trasferito ai cugini dell’Arsenal. A sorpresa perché la Serie A italiana lo avrebbe voluto a difendere i pali di una delle big del campionato.

Con i gunners ha vinto “solo” due Community Shield, la Supercoppa inglese e soprattutto l’FA Cup 2016/17 contro il suo Chelsea, ma da spettatore non pagante perché a giocare era il colombiano Ospina, oggi al Napoli.

Nel 2006, a pochi chilometri ad ovest di Londra, in casa dei “royals” del Reading, e dopo soli 16 secondi dal fischio d’inizio, uscendo in presa bassa, prende un calcio in testa dall’irlandese Stephen Hunt. Da quel giorno ha sempre indossato quel caschetto protettivo divenuto ormai una seconda pelle!

Dopo la finale persa a Mosca con lo scivolone di capitan Terry, Il miracolo sportivo si è consumato nel 2012, con Roberto Di Matteo sulla panchina dei blues. Dopo aver vinto il girone di Champions mettendo in fila Bayer Leverkusen, Valencia e Genk, il Chelsea ha eliminato con sofferenza il Napoli, poi l’ostico Benfica e addirittura il Barcellona in semifinale.

In finale l’avversaria doveva uscire tra il Bayern ed il Real Madrid dell’ex Josè Mourinho. Ai rigori ecco passare i bavaresi con la finalissima da giocare in casa, nel “gommone” dell’Allianz Arena, in casa come la Roma nel 1984 e sempre contro un club inglese. Ed anche stavolta la squadra di casa perde ai calci di rigore!

Čech protagonista insieme al trascinatore Drogba, un epilogo da brividi, da cuori forti, a Monaco se li sognano ancora la notte..

Oggi ha deciso che a maggio appenderà i guantoni al chiodo ed anche quel caschetto che lo ha reso una sorta di pugile sui campi di calcio, un robot formidabile ma pur sempre un colosso gentile e dall’aspetto elegante, come le strade di Chelsea!

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