ESCLUSIVO/ De Biasi:”Ho sfiorato la Nazionale. Non sono in certi giri. Aspetto un club europeo”

De Biasi a tutto campo
De Biasi a tutto campo

Intervista esclusiva a Gianni De Biasi:”Ho sfiorato la Nazionale. Non sono in certi giri. Aspetto un club europeo”.
La panchina della nazionale italiana sfiorata. Il caso Ventura. L’attesa di una chiamata di un club europeo. Sono alcuni degli estratti dell’intervista rilasciata in ESCLUSIVA alla redazione di  SportNews.eu dall’allenatore Gianni De Biasi, ex ct dell’Albania.

Tra qualche giorno la Nazionale torna in campo nella Nations League. Mancini è l’uomo giusto per risollevare le sorti dell’Italia?

“Lo sapremo in futuro. Di sicuro ha esperienza internazionale, ha dimostrato di saper fare bene. Ha accettato di buon grado questo gravoso compito ma evidentemente è convinto di poterlo fare. Il tempo e i risultati diranno se la scelta sarà stata giusta o meno.

Lei in passato è stato in lizza per la panchina dell’Italia…

“Sì, sono stato contattato dalla FIGC ma poi fu scelto Ventura”.

A proposito di Ventura, dopo la mancata qualificazione ai Mondiali, sta vivendo un’altra situazione difficile al Chievo. Che idea si è fatta su questa vicenda?

“Credo che avesse voglia di riscattarsi. Probabilmente non ha letto bene tutta la situazione del Chievo prima di accettare. Quando ci si è trovato dentro ha capito che era molto difficile da affrontare. Un solo un punto in 4 gare, evidentemente ha avuto uno scoramento. Chissà quali cose ci sono nascoste dietro questa vicenda. E’ una situazione strana e particolare”

Sergio Pellissier, il simbolo del Chievo, è stato molto duro nei confronti di Ventura, accusandolo di non aver lottato sin dall’inizio.

“E’ stato durissimo. Ho letto le sue dichiarazioni sul profilo Instagram. Secondo me poteva evitare di dire certe cose”.

Sulla panchina dell’Albania lei ha ottenuto dei risultati storici ed è considerato un eroe. Perchè un tecnico bravo come De Biasi non allena in Italia?

“Bisogna chiedere ai club. Forse ci sono allenatori più bravi di me, o forse sono fuori moda. Anche in Italia ho fatto qualcosa di importante. Ho portato il Modena dalla C alla A, come il Torino al primo tentativo dopo un fallimento. Io non sono stato mai in determinati giri ma ho dimostrato di saper fare il mio mestiere ovunque”.

Sta aspettando una chiamata?

“Sì, da un grande club straniero ma non dico il nome per scaramanzia”.

Quarta panchina d’oro a Massimiliano Allegri. Quale livello ha raggiunto il tecnico della Juventus?

“Tra i primi allenatori quattro d’Europa per tutto quello che ha dimostrato in questi anni alla Juventus. A parte i risultati, ha sempre avuto in mano lo spogliatoio, non è mai banale, dice sempre quello che pensa e questo sono aspetti caratteriali importanti”.

E’ d’accordo con Ancelotti quando dice che nel calcio di oggi il collettivo conta più del singolo?

“Sì. Io ho sempre priviligiato il discorso di squadra. Un grande campione per quanto possa essere forte da solo non può far vincere una squadra. Io ho allenato Roberto Baggio a Brescia, nel suo ultimo anno di carriera. E’ chiaro dava molto di più rispetto agli altri ma da solo non poteva vincere le partite”.

Dove colloca Baggio nella storia del calcio italiano?

“Tra i primi 3 in assoluto. Non faceva mai una giocata normale. Ho avuto il privilegio di allenarlo”.

Anche lei crede che bisognerrebbe fermare le gare in caso di insulti da parte dei tifosi?

“Certo. La maleducazione deve essere combattuta tout court e il calcio bisogna viverlo come uno spettacolo, come avviene in altri campionati europei”.

In una gara del campionato di Promozione a Roma, un arbitro ha rischiato di morire per l’aggressione di alcuni tifosi. Sono episodi che avvengono spesso nei campi dei dilettanti. Come bisogna combattere questo fenomeno?

“Il problema di fondo è la mancanza di cultura sportiva. Ci sono le frustrazioni da parte di quei genitori che vedono nei propri figli i possibili nuovi Maradona, Messi o Ronaldo. Sono diseducativi. Bisogna allontanarli per il bene sociale. E questo spetta ai club”

Di Quintiliano Giampietro