Da Gervinho a Weah, passando per Eriberto e Nicola Berti. Esperti in cavalcate vincenti

Cavalcate impressionanti con il pallone incollato al piede, atleti imprendibili neanche fossero Usain Bolt, poi la botta e l’apoteosi finale. Il gol di Gervinho nel match vinto dal Parma conto il Cagliari 2-0,  è di quelli che resteranno scolpiti per sempre nella memoria dei calciofili ma di chi ama lo sport in generale.

C’è tutto: velocità, forza fisica, tecnica e potenza. Così anche in caso di nostalgia, quando il pallone rotola senza emozioni, puoi sempre avvolgere il nastro della memoria e farti tornare il sorriso. Vedi Gervinho fare 80 metri di campo, seminare avversari come Alberto Tomba faceva con i paletti da sci quando danzava al circo bianco, poi la botta a battere il portiere.

https://www.youtube.com/watch?v=5cttOlKCd7M&feature=youtu.be

Bastano pochi istanti e la prima cosa che può venire in mente a un malato di pallone è una sola: il gol di George Weah nel 1996 contro il Verona. Si d’accordo non è un coast to coast come quello del liberiano del Milan, ma è l’azione  per eccellenza che nessuno potrà mai dimenticare, la prima che ti appare davanti quando ci sono reti come quella segnata da Gervinho. https://www.youtube.com/watch?v=yQ0grozeTsI

Così anche in un caldo pomeriggio di autunno, un pò strano, ci pensa Gervinho a portare aria fresca che fa bene alla memoria perché si risvegliano vecchi ricordi di un calcio ormai lontano. Pensi a Weah e poi ti viene in mente Eriberto. Chi? Ah già quello che aveva il doppio nome, documenti taroccati, un anno si chiamava in modo, quello seguente in un altro, Luciano Siqueira de Oliveira. Insomma proprio lui, un passato con il Chievo, Inter e Bologna, suo un coast to coast pazzesco a Venezia con la maglia gialla degli emiliani, gol vittoria meraviglioso. https://www.youtube.com/watch?v=CB6tmJFf3PI

Uno tira l’altro come le mandorle tostate e in generale tutta la frutta secca, roba che fa bene alla salute. Così fa bene anche ricordare quei gesti atletici che ti mandano al manicomio. Altro brasiliano passato in Italia al Torino, Bruno Peres in un derby contro la Juventus nel 2014. Era stato capace di partire dalla sua area di rigore, in fascia destra, seminare tre giocatori bianconeri e battere con una mina Gigi Buffon. https://www.youtube.com/watch?v=CB6tmJFf3PI

Premesse di una carriera ad alti livelli mai mantenute quando Peres ha vestito la maglia della Roma. Piuttosto in giallorosso non puoi non addolcire i ricordi del gol spettacolo di Florenzi, altro che quando viaggia in fascia destra è come un treno che non fa più fermate, 70 metri di campo palla al piede e poi batte Perin con un destro violento.

Basta fare il solletico alla memoria e ricordarsi anche di Adriano dell’Inter, un altro che quando gli andava di giocare, partiva palla al piede e non lo fermavi se non abbattendolo.  Palla fatta sua e via per 60 metri come un bisonte in mezzo a tre avversari che ancora lo cercano negli incubi di notte. Potenza e gol. https://www.youtube.com/watch?v=cxWAJg09oYo

Nella galleria dei ricordi c’è anche un improbabile Ibarbo con la maglia del Cagliari che fece diventare pazzi quelli della Juventus. Pallone recuperato davanti alla sua area di rigore, difeso e via verso la porta avversaria per punire la vecchia signora,  era il 2013.  https://www.youtube.com/watch?v=Z_Q3IgnQDhA

Ma non c’è solo materiale recente. Di gol cosi pregevoli ce ne sono anche negli anni addietro, mi ricordo un certo Nicola Berti contro il Bayern Monaco. Finì che nicolino, ne fece fuori quattro compreso il portiere, dritto per dritto in velocità, era partito dalla sua trequarti in contropiede, tocco sotto davanti al portiere e libidine per i palati nerazzurri, i tedeschi non la presero bene.  https://www.youtube.com/watch?v=Q-G44mbWtfI

Non solo il calcio che conta, poco tempo fa in Uruguay tra due formazioni di ragazzini Under 14, match tra Nacional e Centurion, sull’1-1 al 90mo,  è successo che il portiere del Nacional su un calcio d’angolo avversario sia stato il più veloce di tutti nel prendere il pallone difendendo a dovere nella sua area. Dai quei sedici metri ha lanciato il pallone in avanti alla faccia di tutti, scatto veloce, gli altri ad inseguire, nessuno lo ha fermato, rete della vittoria dopo una cavalcata di 90 metri in solitaria.

Ci sono gol leggendari realizzati da centrocampo in su, la Mano de Dios su tutti, ma in questo caso parliamo di Gervinho, 80 metri di campo con la fascia in testa, il sole a Parma scottava, lui è rimasto freddo e lucido. Alla faccia di chi diceva che era tornato per svernare.