Sampdoria. Zenga: “Balotelli e Cassano non rientrano nei piani”

(getty images)
(getty images)

NOTIZIE SAMPDORIA – In esclusiva ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport” il tecnico della Sampdoria, Walter Zenga, ha rilasciato alcune dichiarazioni: “Ero all’apice della carriera nerazzurra quando presi un aereo per andare a vedere la finale di Coppa Campioni della Samp: la mia seconda squadra da sempre; l’unica altra di A, e anche l’ultima, nella quale ho giocato. Torno dopo vent’anni e ritrovo stesso medico, fisioterapista, magazziniere e team manager; mi confronto con Ferrero, Osti e Romei da due mesi e mi sembra di lavorare con loro da una vita. Tutto è nato il 4 maggio, quando prima della partita di Zanetti a San Siro ho incontrato Ferrero nell’hotel del “ritiro”: tutto è nato quel pomeriggio. Sono come Sarri: non siamo nati con la camicia, ce la siamo andata a comprare. Stare così tanto in giro ti insegna a rispettare di più te stesso e gli altri, allena la tua capacità di osservazione. Anche in Italia ho fatto bene, sia a Catania che a Palermo, e avevo già avuto altre proposte per tornarci. Ma non voglio in nessun modo vivere questa chance come una garanzia, e per questo ho voluto firmare solo per un anno. Ferrero mi appoggia? Ci credo perché lui è molto simile a me: è uno vero, quello che dice fa, e due persone vere fanno grandi cose insieme. Eto’o? Senza Samuel perdiamo un giocatore vincente, che dà tutto per il suo allenatore, avrò la possibilità di far giocare di più uno come Correa, che è il futuro della Samp. Balotelli? E’ fuori dalla nostra portata. Al massimo possiamo dargli una maglia, le scarpe e l’emozione di entrare a Marassi e sentire i tifosi del Doria che cantano. Cassano? L’ho chiamato io e gli ho detto: ‘Antonio, uno come te non si può discutere, Ma noi abbiamo un progetto e il nostro progetto si chiama Eder, Muriel, Correa, Bonazzoli, Okaka’. Obiettivo? Tre: qualificarsi ai gironi di Europa League; fare 40 punti il prima possibile e a quel punto vedere quante partire restano; considerare la Coppa Italia un percorso che con quattro partite può portarti ad una finale. Le altre squadre? La Juve deve compensare agli addii di Tevez e Pirlo con le motivazioni: ma credo anche che le milanesi faranno bene, e non perché gli allenatori sono due amici. L’Inter mi pare molto più forte dell’anno scorso: quando cambi tanto ti serve tempo per mettere a posto la macchina, ma non ha le coppe e ha l’entusiasmo portato dall’arrivo di Kondogbia. Bisogna vedere come sarà completato il Milan. Con Ibra? Mi piacerebbe rivederlo in Italia, ma forse ci spero più di quanto ci credo. Alla Roma manca un centravanti ma lo prenderà, dipende quale. Sarri farà bene, anche se lo aspetta un compito delicato: eliminare le scorie negative di Higuain. Per la Lazio non sarà facile ripetersi, ma Pioli penserà che sia possibile, dunque lo farà: è un altro che non è nato con la camicia“.