Calcio. Ancelotti: “Niente Serie A, torno solo per la Nazionale”

Carlo Ancelotti (Getty Images)
Carlo Ancelotti (Getty Images)

NOTIZIE CALCIO – Il suo Real Madrid è in corsa su tutti i fronti e lui potrebbe vivere l’ennesima stagione di trionfi, naturalmente parliamo di Carlo Ancelotti che oggi, ai microfoni di Radio Anch’io è tornato a parlare del calcio italiano e dei problemi che lo affliggono: “Quanto successo a Cagliari, Roma e Varese è molto triste, sarebbe ora di tagliare un po’. Non se ne può più che i giocatori siano ostaggio di tifosi senza cervello”. 

Così invece sulla Juve: “Devo dire che Allegri ha grandissimo merito per quello che è riuscito a fare. La Juve ha fatto un buon risultato all’andata e può arrivare fra le prime quattro in Europa. Se arriva in semifinale, e noi pure, sarà difficile perché è una squadra competitiva”. 

Capitolo Milan: “Il fatto di cedere o meno la società credo sia legato a un aspetto economico e finanziario ma Berlusconi rimarrà per sempre legato al Milan e se dovesse cedere la società, rimarrà tifoso come lo è sempre stato. Inzaghi, invece, fa parte della storia del Milan, il Milan ha preso un rischio perché ha scelto un allenatore senza esperienza ma l’esperienza non ce l’ha nessuno quando inizia. È stata una scelta giusta ed è stato giusto per Pippo accettare pur sapendo delle difficoltà che avrebbe incontrato. Spero che il Milan continui con Inzaghi, a poco a poco, piano piano qualcosa si comincia a intravedere”.

Per chiudere uno squadro al futuro: “Prima di lasciare l’Italia ci ho pensato parecchio, non era facile, ma all’estero mi sono trovato molto bene. Non rientrerei. Il calcio italiano è sempre molto competitivo, la differenza è l’ambiente, gli stadi che sono più vuoti rispetto ad altri Paesi, la violenza che si nota più in Italia che da altre parti. Ma non è questo che mi fa stare lontano, quanto il piacere di vivere avventure all’estero, conoscere altre culture sportive. Nazionale? Ora è in ottime mani. Sarà un pensiero futuro e per adesso mi limita il piacere di voler allenare tutti i giorni, di stare tutti i giorni sul campo”.