Juventus. Llorente shock: “Ho pensato di gettare la spugna”

L’attaccante spagnolo si racconta in una lunga intervista: “Il mio fisico non era abituato a lavorare così tanto. Pensavo di mollare”…

(Getty Images)
(Getty Images)

NOTIZIE JUVENTUS – Dopo alcuni mesi d’inferno, la partita col Napoli ha sancito il pieno recupero di Fernando Llorente. Prima ha conquistato Conte e i tifosi della Juventus a suon di gol, poi si è guadagnato anche una nuova convocazione nella Nazionale spagnola. In poco tempo ha scalato le gerarchie del tecnico bianconero e si è ripreso la Juventus. Llorente parla del suo momento magico in una lunga intervista concessa a “La Gazzetta dello Sport“. Eccone alcuni estratti:

LA FORMA RITROVATA – “Ho avuto la fortuna di cominciare a giocare quando finalmente stavo trovando la forma. Gli infortuni di Vucinic e Quagliarella mi hanno dato un’opportunità che ho cercato di sfruttare al meglio. Ho avuto a disposizione partite, minuti, e più giocavo meglio mi sentivo. Ho preso il ritmo“.

IL PERIODO DIFFICILE – “Cosa è successo in estate? Succede che ai normali problemi di ambientamento dovuti al cambio di Paese, compagni, squadra e città si aggiungono carichi di lavoro che in vita mia non avevo mai sperimentato. Sono arrivato bene in ritiro, mi sentivo forte però il mio corpo non era abituato a lavorare tanto e a un certo punto negli Stati Uniti mi sono sentito vuoto, totalmente scarico. E se il fisico non va, anche la testa inizia a faticare. E ho cominciato ad avere dei dubbi. Sulla scelta, su di me, su tutto“.

LA CRISI SUPERATA – “Come sono  uscito dalla crisi? Col lavoro e la fiducia di tutto l’ambiente. Poi evidentemente anche il corpo ha fatto lo switch, il cambio necessario, potremmo dire che ha accettato il cambio radicale di abitudini e sono ripartito. Le partite hanno fatto il resto. Se ho pensato di mollare e di andar via a gennaio? Dubbi si, e tanti. Anche perché la concorrenza è tremenda, siamo 5 attaccanti e non è facile trovare spazio. Non sono arrivato fino a quel punto, il mercato di gennaio è stato tirato in ballo dalla stampa, però sono stato male, sì. L’importante è stato non abbassare la testa e continuare a lottare, a lavorare duro. Il lavoro paga sempre”.

IL SOSTEGNO DELL’ALLENATORE – “Conte cosa mi diceva? Di aver pazienza. Che alla Juve avevano sofferto anche Platini e Zidane, che la Serie A è differente, che abituarsi costa tempo e fatica. Aspettava che succedesse esattamente ciò che è successo, prima nel male e ora nel bene. Mi è stato vicino“.

L’ELOGIO A PIRLO – “Chi mi sorpreso di più alla Juve? Il gruppo, l’ambiente, eccezionali. La presenza di tanti italiani serve a cementare gli altri, e la cosa aiuta i nuovi ad inserirsi. Poi se devo citare un singolo dico Pirlo. Da fuori vedevo la qualità, ma in allenamento fa impressione. Se lo vedi tutti i giorni non ti stupisci affatto dei suoi gol su punizione. Quei colpi li ripete e li ripete… Ha percentuali altissime, tira sempre così“.