Brescia. Giampaolo, ecco come sono andate le cose

Giampaolo racconta i problemi al Brescia e in cosa il calcio italiano è ancora molto indietro…

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NOTIZIE BRESCIA – Dopo l’ultima esperienza di Brescia, mister Giampaolo non vuole tornare nell’immediato in panchina. Torna a parlare dopo un lungo periodo di silenzio, raccontando la sua verità.
Si parte ovviamente dal rapporto società-ultras: “Tutti criticano, ma non si propone nulla. Se si parla di problema culturale, non se ne esce senza un forte impegno da parte dello Stato. Il calcio dovrebbe educare allo spettacolo, uno svago nel fine settimana dopo i problemi che ci sono in famiglia e al lavoro. Invece lo si fa diventare un altro problema. Prandelli ha parlato bene, c’è ossessione“.

Come stanno le cose: “Sotto i piedi hanno un tappeto rosso. Molte misure sono fallite, se il Daspo è inefficace, si potrebbero ipotizzare i lavori socialmente utili“.

Brescia: “Sono andato perché molto legato al ds Iaconi, ci conosciamo da almeno 25 anni. La situazione era tesa con i tifosi che contestavano il presidente Corioni per non aver riconfermato Calori. Non accettano di conseguenza me e nemmeno Fabio Gallo, il mio vice, non so se per via della rivalità con l’Atalanta, maglia che ha indossato oppure per aver festeggiato dopo un goal. Io sono rimasto, ai primi pareggi subito fischi. C’è stato bisogno di un chiarimento con un gruppo di tifosi, ho vissuto quei momenti come un’umiliazione. E’ una questione di dignità, non ho parlato per non disturbare l’ambiente, mi hanno fatto passare per uno squilibrato. Ho rinunciato anche a dei soldi, per me l’onestà e la dignità vengono prima di tutto“.