Juventus. Conte: “Allenerei mai l’Inter? Sto bene qui, mi basta e mi avanza”

Le parole del tecnico bianconero alla vigilia del match contro l’Inter…

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NOTIZIE JUVENTUS – Ecco le parole di Antonio Conte alla vigilia del derby d’Italia contro l’Inter, riprese dal sito tuttojuve.com:

Volevo chiederle subito come stanno Vucinic e Barzagli. E se dovessero essere a disposizione se possono partire dall’inizio contro l’Inter.
“Manca ancora un allenamento, quindi dopo l’allenamento faremo le necessarie valutazioni, parlando anche con i ragazzi. E’ inevitabile che faremo delle opportune riflessioni, però le voglio fare insieme a loro, perchè è giusto che sia così. Allo stesso Barzagli ho chiesto in queste tre partite un sacrificio e lui, in non perfette condizioni fisiche, mi ha dato la massima disponibilità. Ha ripreso ad allenarsi con noi da due giorni e quindi è giusto che io parli con il ragazzo. La stessa cosa per Vucinic, ha preso questa botta, questo colpo al ginocchio tremendo. Però ieri si è allenato, è a disposizione.  Vedremo, perchè è inevitabile che inizia un ciclo di sette partite in pochissimo tempo e quindi mi auguro di avere tutti a disposizione, sapendo che dietro Vucinic, dietro Barzagli, c’è gente che sta bene, che sta facendo e si sta allenando appunto bene”.

Ci si è divertiti a fare paragoni storici tra la prima Juve di Conte e questa prima Inter di Mazzarri. Effettivamente ci possono essere delle somiglianze? E dove sono le differenze?
“Le somiglianze ci possono essere nel fatto che la Juventus veniva da due stagioni molto negative, così per l’Inter. La somiglianza sta nel fatto che Mazzarri, come me due anni fa, ha potuto lavorare ogni settimana sulla rosa, sull’organizzazione, sull’aspetto fisico, cosa che l’Inter può fare quest’anno. Anche a livello di infortuni, è inutile dire che se non partecipi all’Europa, il livello di infortuni si abbassa in maniera decisiva. Queste sono analogie. In più l’Inter l’anno scorso ha fatto molto male, però non è che avesse una rosa scarsa. Anche perchè se hai una rosa scarsa, non viene in casa della Juventus, allo Juventus Stadium, e la batti 3-1 e diventi l’antagonista per lo Scudetto. Poi il campionato sappiamo che è di 38 partite, ci sono tante tappe e lì poi c’è stata la differenza tra noi e loro l’anno scorso. Ma si lavora comunque su una base ottima, quella dell’Inter”.

Voi due anni fa non partivate per vincere lo Scudetto. Si può dire lo stesso per l’Inter?
“Mah… io mi ricordo benissimo che due anni fa si parlava di sesto posto per la Juventus, si parlava di un mercato sbagliato  all’inizio, da persone addette ai lavori. Poi il campo ha dimostrato l’opposto. Può succedere anche quest’anno, ma io mi auguro di no per una questione egoistica. Però può succedere, perchè – ripeto – c’è una base importante su cui lavorare e ci puoi lavorare quotidianamente. Sicuramente gli infortuni saranno ridotti al minimo e quindi l’Inter può essere una squadra che può ambire a fare un ottimo campionato. Poi se riuscirà a vincere lo Scudetto o meno, questo starà alla bravura e nella capacità che avranno durante l’anno di gestire tutte le situazioni”.

Non c’è una differenza tecnica, di gioco, tra le due squadre?
“Io penso che Mazzarri…. io ho parlato della rosa e ho detto che la rosa dell’anno scorso non era una rosa scarsa, nonostante il campionato negativo e ribadisco questo perchè non si viene in casa nostra a toglierci l’imbattibilità e a vincere 3-1. Quindi la qualità dei giocatori c’era anche l’anno scorso all’Inter. Poi durante l’anno successe tante cose che non sta a me spiegare e quindi si è arrivati al nono posto se non sbaglio. La qualità della conduzione tecnica sicuramente è una buonissima qualità, quella di Mazzarri: lo ha dimostrato in passato. Io penso che un allenatore si dimostra bravo se riesce a valorizzare il proprio gruppo.  Se un gruppo da 10 si riesce a portarlo a 20, a 30, nel tempo, allora quello è un bravissimo allenatore. Io penso che Mazzarri l’abbia dimostrato negli anni, vedi Napoli, quando è riuscito con Lavezzi, Hamsik e Cavani a portare dei giocatori che in un primo momento erano a 7, a portarli 9, a 10. Questo c’è da riconoscerlo e anche da un punto di vista tecnico penso che l’Inter sia nelle mani migliori”.

Tu hai sempre detto che la svolta, nel tuo primo anno, è stata la vittoria col Milan in casa. Quanto per l’Inter, l’incontro contro di voi domani, può essere determinante da questo punto di vista? E come la Juve si può proteggere da queste motivazioni moltiplicate?
“Io penso che la sfida di domani sia molto importante da un punto di vista psicologico, soprattutto per loro, perchè in caso di vittoria sicuramente si alzerebbe l’asticella dell’autostima. Cosa che è avvenuta a noi due anni fa quando alla quarta di campionato affrontammo il Milan che veniva indicata da tutti come superfavorita, avendo giocatori come Ibrahimovic, Thiago Silva, Nesta, Gattuso, Robinho, Pato…  e noi riuscimmo a vincere quella partita e sicuramente fu una partita che ci diede consapevolezza, una spinta all’autostima, ci fece capire che col lavoro avremmo potuto competere ad alti livelli. Da lì a vincere lo Scudetto, onestamente, poi, ne passa tanto. Però sicuramente da un punto di vista psicologico a noi ha dato una bellissima spinta. Noi dovremmo fare grandissima attenzione domani perchè, ripeto, l’Inter ha tutte le carte in regola per coocarsi tra le squadre che possono lottare ai vertici del campionato. Detto questo è una partita tra noi e loro, come Juventus-Milan, come sarà Juventus-Milan, Juventus-Lazio, Juventus-Fiorentina, Juventus-Napoli. E’ una partita che comunque vale tre punti, non dimenticando che vincendo poi dovremmo affrontare il Verona e se per caso col Verona dovessimo perdere, è come non aver fatto niente. Sono tre punti alla base, sapendo che si tratta di una partita importante soprattutto dal punto di vista psicologico, da un punto di vista loro”.

Alvarez è un giocatore imprevedibile. Come pensate di fermarlo? Poi se farai del turnover considerando che martedì c’è il debutto in Champions e non hai tutti i giocatori in buone condizioni.
“Conosciamo comunque il modo di giocare dell’Inter, bisognerà fare grande attenzione sulle loro ripartenza, da parte di Alvarez, da parte di Palacio, da parte degli esterni che sono pronti a far ripartire l’azione; anche Guarin, che palla al piede ha un’ottima progressione e può spaccare in due la squadra. Quindi, da ieri stiamo lavorando, perchè da ieri ho avuto la possibilità di lavorare su questa partita. Stiamo cercando di prepararla nel migliore dei modi, sapendo i punti più forti loro e cercando di sfruttare le debolezze che hanno loro, come le abbiamo noi. La squadra che scenderà domani… io cercherò di scegliere i migliori, come faccio sempre. Quindi non è che uno deve pensare, turnover o non turnover. Cercherò di far scendere in campo quelli che mi danno maggiori garanzie, tenendo conto che ci sono dei giocatori che hanno dimostrato negli anni di avere una titolarità abbastanza certa. E se mi danno disponibilità e stanno bene, giocano”.

Dici che la partita è più importante per l’Inter psicologicamente perchè pensi che voi non abbiate più bisogno da quel punto di vista?
“No, dico questo perchè a noi è capitato due anni fa di battere il Milan e di aumentare l’autostima. Oggi l’Inter è una squadra che viene da due stagioni non bellissime, stanno ricreando l’autostima e la vittoria contro la squadra che ha vinto due Scudetti consecutivi e due Supercoppe può farti crescere l’autostima e può farti capire che sei sulla strada buona, farti diventare pericolosa. E’ esclusivamente una considerazione fatta da un nostro passato. A noi è successo questo, quindi bisognerà fare molta attenzione. Per noi è importante, ma come è importante la partita di domani, sono importanti tutte le partite che affrontiamo. Sono tre punti domani, saranno poi tre punti contro il Verona. Se fai tre punti domani e poi perdi col Verona, è come non aver fatto niente”.

Hai accennato al discorso del turnover, volevo chiederti se pensi di gestire diversamente gli uomini tra una partita e l’altra, o se sostanzialmente è il modello è quello applicato l’anno scorso.
“Io non penso ci siano modelli prestabiliti sul turnover, penso che ci sia una situazione che deve essere monitorata di giorno in giorno, e valutata attentamente. Non è che uno ha un sistema, una metodologia, ne faccio giocare tre, ne faccio giocare quattro, ne faccio giocare cinque, non ne faccio giocare nessuno. Varia di volta in volta rispetto alla condizione fisica, psichica, perchè questi impegni possono pesare sul giocatore. Quando iniziano ad esserci tanti impegni, ci sono più carichi che dobbiamo valutare, sia il carico interno che il carico esterno. Dovremo fare grande attenzione. Però ripeto, non c’è un modo, un sistema, qualcosa di studiato o prestabilito, c’è molto colloquio e molto occhio”.

Alleneresti mai l’Inter?
“Dai…io sono sulla panchina della Juventus, sono molto contento, ho ancora un altro anno di contratto, mi basta e mi avanza”.