MAZZARRI: “L’allenamento è sacro: bisogna andare a mille. Ho dei punti fermi in rosa”

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CONFERENZA STAMPA – Walter MAZZARRI, neo tecnico dell‘INTER, ha tenuto la propria prima CONFERENZA STAMPA in nerazzurro. Ecco le sue parole, riportate dalla redazione di Sportnews.eu:

GB

Dopo 10 anni di A senza esoneri come si definirebbe? Esiste un segreto nella sua gestione?
Grazie, buongiorno a tutti. Segreti non ne conosco, non sta a me dirlo, credo di essere stato in questi 12 anni di carriera un allenatore che ha basato la sua storia prima di tutto sul rispetto delle regole, sul rispetto reciproco con tutte le componenti, credo che i successi nel calcio partono da lontano, dalla cura dei dettagli, dalla cultura dellavoro e del sacrificio. E’ uno sport, ma uno sport a livello professionistico così alto e bisogna credere in queste componenti per me fondamentali… Contano quasi quanto l’ailità dei giocatori e dell’allenatore stesso. I giocatori poi alla fine sono quelli che mi hanno conosciuto di più e hanno sempre considerato  come un tattico, uno che cerca di dare un’impronta definita alle proprie squadre e credo ci siano stati momenti in cui questo è avvenuto nel migliore dei modi, in altri momenti non è andata benissimo, poi come spesso succede magari siamo migliorati nel finale con la conoscenza reciproca. Nel calcio attuale, introduco l’argomento nostro Inter, al di là dei valori tecnici, bisogna essere preparatissimi a livello fisico e mentale, per questo insisto sul lavoro, l’allenamento per me è sacro, per saltarne uno bisogna ci sia proprio la necessità di farlo, sennò bisogna allenarsi, andare a mille. E poi, se un atleta è bravo tecnicamente, dimostra di essere bravo.

Perché ha scelto l’Inter considerate Napoli e Roma?
Ogni tanto si sentono inesattezze anche se credevo di essere stato chiaro: Napoli è stata una scelta a se stante, concludere dopo 4 anni, una decisione già maturata come ben sapete all’inizio dell’ultimo anno quando andai in ritiro e rifiutai l’allungamento del contratto, perché già avevo pensato avrei lasciato per mancanza di stimoli e per quello che ho già detto. Da quel momento in poi,deciso di chiudere col Napokli, non è che ho lasciato per andare all’Inter o alla Roma o in Russia… Potevo anche rimanere fermo se non ci fosse stata una proposta che a me tornava a dare grandi stimoli, ci sono state altre proposte, non dico quali per orrettezza, una è stata l’Inter e mi è piaciuto tutto e mi sono sentito pronto, carico per iniziare questo nuovo percorso. Ci tengo non si cambi versione su questa logica da me ripetuta in questa circostanza.

Come pensi di muoverti con la rosa che hai?
Da sempre sono un allenatore e un allenatore ha il dovere, quando accetta l’incarico, nel rispetto dei tifosi e della società, di pensare a fare rendere i giocatori che la società ha a disposizione e questo l’ho sempre fatto in 12 anni di carriera. Credo che la rosa dell’Inter non può essere quella che ha finito il campionato passato come risultati, credo che i valori tecnici dei ragazzi che c’erano siano superiori di quanto purtroppo hanno fatto l’anno scorso, questo non per criticare gli altri, non c’ero e ho grande rispetto di chi ha lavorato prima di me, ma fatto sta che io ho il dovere di valutare tutti i ragazzi che vrò a disposizione dall’8 di luglio e dopodiché, in base a quello che dirà il campo e ai parametri di cui ho parlato prima… Voglio vedere sacrificio e sopportazione in ritiro, da l’ valuterò e relazionerò la società e poi voi saprete le eventuali scelte di mercato.

Il Presidente ha parlato di te…
Penso siano stati 4 anni bellissimi, ho fatto tanto per il Napoli ed ho ricevuto tanto, p stato un bel matrimonio e come tutti c’è un inizio e una fine…. o meglio (ride) ci può essere un inizio e una fine, la battuta l’ho fatta male! Ci può essere una fine, nel calcio se mancano gli stimoli. L’unica cosa che non vorrei mai sentire dire è la parola ‘tradimento’. Se fosse stata detta con cognizione di causa non la accetto, perché credo di avere fatto molto bene. Niente polemiche, va bene così e pensiamo al futuro.

Moratti?
Ho avuto una grande impressione: un signore, anche nel modo di fare e nel parlare. Ho saputo che anche lui ha avuto una bella impressione, l’ho visto molto deciso a prendere un allenatore con le mie caratteristiche: mi ha spiegato perché ha valuto me e io sono contento perché penso di sapere fare quello che vuole.

Ci sono già obiettivi?
L’Inter per il blasone che ha e la storia che ha ha il dovere di tornare ad essere competitiva. Una parola abbastanza ampia. I tifosi devono vedere una squadra che non molla mai, che combatte con tutti e per soccombere vende cara la pelle. Credo che attravreso il gioco verranno i risultati. Pi ci avviciniamo alla perfezione maggiore è la possibilità di fare risultato, ci può essere l’imprevisto, ma a gioco lungo dovrebbero venire i risultati. Il tifoso credo voglia vedere una squadra vera, tosta, che se la giochi con tutti e che torni a vincere nel proprio Stadio.

Perché Moratti la ha scelta? Cosa le ha chiesto?
Penso che ai nostri livelli, un presidente come Moratti sappia come lavoro sul campo, che si sia informato senza che lo dico io. In più credo di essere un allenatore accentratore, un punto di riferimento principale di tutti gli altri collaboratori che la società mi mette a disposizione. Credo di avere personalità,sono un allenatore a cui piace assumersi tutte le responsabilità di tutte le componenti dell’azienda. Ho avuto la sensazione il presidente cercasse certe caratteristiche in questo periodo e credo di avere le caratteristiche ideali per fare tutto ciò.

Accentratore, ma con uno staff di collaboratori. Puoi dirci qualcosa di loro?
Vuoi i nomi di tutti i collaboratori?

Si grazie, con i ruoli.
Giuseppe Baresi rimarrà con me, volto storico della società e bandiera, l’ho voluto al mio fianco anche per aiutarmi ad inserirmi al meglio. Sarà uno dei miei collaboratori, poi ho portato quelli che mi hanno accompagnato per tanti anni: Ondrelli, preparatore atletico con me dall’inizio e grazie a Dio le nostre squadre non hanno mai avuto grossi cedimenti atletici, poi il secondo sarà ancora Frustalupi, un collaboratore tecnico sul campo sarà Luca Vigiani, poi Papale, preparatore dei portieri dalla C2 all’Acireale sempre con me con ottimi risultati sui portieri. Questo è lo staff di campo, poi ho altre persone esterne, osservatori che però non appariranno sul campo.

Li vogliamo nominare?
Concina, poi con Branca e Ausilio stiamo valutando ancora altre persone che conosciamo. Lo staff che credo interessi a tutti e credo sia atto a fare rendere la squadra credo sia questo. Ah, scusate una cosa, mi ero scordato una figura importantissima: consulente tecnico che mi aiuterà anche ad essere collegato con società e stampa ed è Giuseppe Santoro, che era con me a Napoli. Un dirigente importante che mi darà una grosa mano a 360 gradi.

Rosa ampissima qui all’Inter, li valuterai soltanto in ritiro?
Vi dico solo un aspetto, perché poi so mi farete sempre la domanda sul mercato e non ne parlo io, sono per il rispetto dei ruoli. Certe considerazioni le hogià fatte e la società sa benissimo cosa ci siamo detti, ma qui di mercato l’allenatore non parla con la stampa, anche a Napoli era lo stesso. Relaziono quello che hoin mente e poi sarà la società a darvi spiegazioni di mercato. Io lavoro con i doppi ruoli, voglio 22 giocatori in ritiro più 4-5 ragazzi se qualcuno non dovesse farcela. Credo che comunque molti di quelli che verranno in ritiro, un’idea di base già la ho, molti di questi rimarranno l’anno prossimo alle dipendenze dell’Inter.

Ha parlato con Moratti delle trattative e dell’ingesso possibile di nuovi soci?
Ripeto quello che ha detto lui: qualsiasi soluzione possa fare bene all’Inter va bene. Sottoscrivo quello che ha detto lui.

Quale sarà il suo approccio verrso i giovani del settore giovanile?
Sarò molto attento, perché il futuro di ogni società, nel fair play finanziario, deve venire anche dai settori giovanili. Ho già fatto un primo accenno con Ausilio, anche la Primabera e i settori giovanili cercheranno di giocare col nostro modulo, proprio per agevolare il passaggio di categoria. Roma non si fa in un giorno e pian pianino cercherò di seguire ogni aspetto possa essere interessante.

Cis spiega il perché del prolungamento del ritiro?
Rientra nel discorso da fare capire subito: voglio doppio allenamento i rimi 15 giorni, abbiamo una certa preparazione programmata nel tempo che ci ha portato grandi successi e non intendiamo cambiarla, abbiamo cambiato un po’ il programma della socetà oerché servono almeno 14-15 giorni di lavoro intenso perché la sopportazione della fatica sia massimale,per iniziare l’anno e proseguirlo in un certo modo.

Kovacic ha fatto subito molto bene, che impressione ha avuto di lui e come lo vede nel suo calcio?
Non vorrei parlare troppo, un ragazzo interessante, io finché non li alleno preferisco non esprimermi troppo sui giocatori, ache se lo conosco, ci ho giocato contro ed è un giocatore importante e si è visto, ma preferisco parlare dopo, magari dopo un mese che lo ho allenato. Anche se è un talento, è un ragazzo giovane.

Teme il confronto com Mourinho?
No, ogni allenatore è come un artista, ognuno è se stesso e non si possono fare paragoni. Io spero sempre che il meglio debba ancora venire, se vado in un posto lo faccio con entusiasmo, per lasciare un segno. Fino ad ora ci sono riuscito e proverò a farlo anche all’Inter. Ho stima di Mourinho, di un vincente che ha fatto bene dove è andato. Poi quando siamo avversari qualche volta ci può essere stata qualche scaramuccia, ma poi stima e rispetto onn cambiano, almeno da parte mia.

Ha affrontato l’Inter, su cosa crede di dovere lavorare, cosa crede le machi?
Mi viene di pensare al convincimento e all’autostima. Quando le negatività si accumulano, vengono gli infortuni, l’annata va a finires empre peggio e c’è il rischio che i ragazzi possano risentirne ancora, la prima cosa da fare tutti, oltre lavorare bene e fare una grande preparazione fisica adeguata per correre quanto e più degli altri, sarà cercare di dare un’organizzazione che li tuteli, li faccia sentire sicuri, per riparare un’aotistima che forse è andata a mancare dopo risultati non da Inter.

In 3 anni a Reggio fece miracoli, quale è la durata minima per parlare di ciclo nel calcio?
Si usano parole non tanto adeguate al calcio, ogni partita può costare la successiva,bisogna subito cecare di fare risultato, il progetto, se cominciato col piede giusto, può evoversi, puoi creare, costruire, ma è importante che si parta subito con certe sicurezza, perché di tempo voi ne concedete poco. Col Napoli da sest’ultimi in classifica siamo arrivati a sfiorare la Champions e poi da lì, presa credibilità,l’allenatore Mazzarri ha avuto credito ed ha potuto costruire risultati, ma sono partito col piede giusto, 15 risultati utili consecutivi. So benisismo i rischi e i pericoli di ambiente e professione, ma bisogna subito dare un’impronta e convincere i giocatori che l’idea che hai è giusta e va portata avanti al meglio.

Le tue squadre hanno sempre un’anima, quali sono le basi per costruirla? Come è il tuo rapporto con Cassano?
Con tutti i giocatori che ho allenato ho un rapporto ottimo, l’anno scorso abbiamo perso con l’Inter e dopo 5 minuti Cassano mi ha salutato durante un fallo laterale vicino la panchina… Già quello dà la risposta. L’anima, oltre le cose che ho già detto, una squadra che dimostra un’anima giocando è quella che sposa il concetto della squadra prima di tutto, prima dell0interesse personale,l’unico che vive dei successi della squadra è l’allenatore, i giocatori alla fine sono singoli, se uno fa 3 gol e l’Inter perde 4-3 lui si salva, ma l’Inter ha perso. Fare sposare e capire da subito il concetto di ‘Qui da oggi si pensa solo per l’Inter, l’interesse personale viene dopo’. Questo è il primo concetto da portare avanti, da fare sposare ai giocatori e dopo diché la strada starà in discesa. Sono stato preso apposta per vigilare che questo accada.

Quale può essere realisticamente il vostro obiettivo l’anno prossimo?
Sono abbastanza fiducioso, conosco i miei metodi di lavoro, soprattutto se ho una squadra nuova che ha avuto, inutile negarlo,qualche problema l’anno scorso. Se vedete il mio passato penso al mio rapporto con Amoruso, dato per finito da 2-3 anni, aveva già pià di 30 anni, venne alla Reggina e dopo che abbiamo lavorato come si deve è sembrato un giocatore rigenerato ed ha battuto il suo record di gol con una squadra che lottava per la salvezza. Questo la dice lunga per avere fiducia: se i giocatori credono in quello che gli proponiamo sono convinto che il 90% dei giocatori dell’Inter sia in grado di sopportare tutto querllo che è giusto per poi fare una grande partita alla domenica.

Allenare l’Inter è più difficile che allenare altre squadre?
Sto facendo un corso intenso di comprensione del pianeta Inter, la certezza che ho con me stesso… Quando uno allena 4 anni al Napoli poi si sente in gradi di allenare qualsiasi squara (ride), questa potrebbe essere una garanzia. Poi saranno i fatti a dirlo, credo di avere le caratteristiche giuste per allenare un clu di questo tipo e se il Presidente mi ha scelto pensa anche òi che abbia le caratteristiche per allenare questo club.

C’è un giocatore del Napoli che le sarebbe piaciuto portarsi in valigia? Si sente ora in una delle grandi con cui polemizzava per vicende arbitrali?
I ragazzi li ringrazio tutti, vi dico che l’ultimo giorno che ho salutato i ragazzi del Napoli è stato a Roma e mi sono anche commosso e gli ho detto che non li chiamerò più anche per rispetto del nuovo allenatore, ho codici miei di correttezza morale,ai giocatori devo molto, ma da ora in poi non sarò l’allenatore e non li chiamerò. Eventualmente avessi, a livello tecnico, pensassi che qualcuno potrebbe farci comodo non lo direi certo a voi o ai ragazzi, lo direi per correttezza di ruoli ai nostri direttori generali, sportivi e loro poi, dovessero avere la possibilità di prenderli, magari cercheranno di accontentarmi, ma non è questa la sede per dire certe cose. Se ci fate poi caso negli ultimi anni le polemiche arbitrali non le faccio più da un po’: ho fatto una conferenza stampa mirata dopo la Supercoppa di Pechino, ma era mirata a dare un contributio perché dopo anni di acarriera posso dare anche io la mia penso e quella fu una partita particolare, poi ne ho parlato solo in maniera veniale di arbitri quindi questo non è un problema di sicuro.

Se Moratti ti chiedesse qualcosa di più che tornare competitivi?
Le valutazioni vanno fatte in base a parametri, è sempre un’azienda, ci sono giocatori che hanno valori tecnici di un certo tipo e guadagnano tanto… Non ho problemi ad assumermi le mie responsabilità in base a certi parametri logici ed obiettivi, basta esser obiettivi e con me non dovrebbero esserci problemi. Se sono qui è perché voglio che questa squadra torni al più presto ad essere competitiva e a giocarsela con quelle nelle prime posizioni.

Ha parlato con Samuel? Può rimanere ancora un anno? Oggi archiviato il caso Ranocchia, quanto è importante sia per lei che per il giocatore?
Sicuramente per il ragazzo sarà una bella ntizia, ma soprattutto è un patrimonio della società, siamo tutti contenti di questo. Samuel è un giocatore talmente bravo, serio, importante, che non ho bisogno di parlarci,anzi colgo l’occasione per parlarvi del mio sistema di lavoro: io non uscirò fuori dai campi,farò colloqui individuali per mezz’ora con ogni componente della rosa, prima di fare il discorso alla squadra. Per correttezza non lo faccio prima, proprio per non creare disparità. Tutto avverrà quando partirà la squadra che prenderà parte al ritiro. In quei due giorni il nostro preparatore farà tutti i test possibili d immaginabili propri per partire in ritiro col piede giusto.

La ritroviamo dai tempi di Nakamura (parla la stampa giapponese)
Ci tengo a salutarlo, anche lui era in un momento difficile della carriera e si è rivalutato.

Anche all’Inter riproporrà la difesa a 3? Come ha visto l’Inter a 3 durante la passata stagione?
Tenderei a non entrare troppo in quanto successo l’anno scorso, chiudiamo, mettiamo una riga netta e ripartiamo da zero: non ho bisogno di riferimenti, il rapporto con i giocatori inizia da quando ci parliamo la prima volta e ci guardiamo in faccia, sono abituato così. Il mio modo di giocare ha meccanismi consolidati, parto da un concetto: in possessi di palla impostiamo con la difesa a 3, poi nel tempo ho cambiato tante cose, alla Reggina facevo il 3-5-1-1, in un altro anno il 3-4-3, sempre in fase attiva, poi ho i miei adatatmenti infase passiva, spesso l’anno scorso col Napoli avete visto la difesa a 4, non ridurrei i meccanismi con il ‘gioca a 3′. L’anno scorso qui con l’Inter ci siamo messi a 4… L’importante è che la squadra conosca ed abbia digerito i codici. Ho cambiato molto, anche perché nel tempo il mio gioco lo hanno studiato ed ho dovuto cambiare un po’ per aumentare l’imprevedibilità.

I giocatori esterni potranno soddisfare la sua idea tattica?
Sulla carta sono tutti buoni, hanno tutti le caratteristiche per fare gli esterni nel mio modulo, ma poi sarà il campo a darmi conferme e smentite, senza considerare quanto accaduto l’anno scorso, perché voglio considerarlo un anno anomalo e credo l’Inter possa fare un campionato di un ceto livello già cno la rosa attuale, se sposa certi comportamenti e meccanismi. Certe valutazioni poi comunque non le faccio qui ma le farò soprattutto alla società.

Cosa pensa di Nagatomo?
A vederlo da avversario è un ottimo giocatore, anche lui voglio vederlo sul campo e poi saèrò di più, ad esempio se potrà fare cose che magari non gli hanno chiesto ancora di fare e io magari chiedo agli esterni. Tutte queste cose le verificherà quando avrò iniziato ad allenarli, ma in linea di massima è un ottimo giocatore.

Si è parlato di età media alta della rosa. Secondo lei va svecchiata?
Alla mia prima esperienza in C2 all’Acireale mi dissero che ‘vechci’ e ‘giovani’ non andavano d’accordo. Se uno è vecchio a alcio non può giocare, bisogna correre ed arrivare per primi sul pallone. Tutto conta se il giocatore esperto inconsciamente ha ancora la voglia di sacrificarsi che ci vuole per fare uno sport di così alta competizione in cui glialtri non ti regalano niente e vanno a mille all’ora. Credo di conoscere comunque anche i tasti giusti per dare stimoli nuovi a certi giocatori se dovessero rimanere in questa rosa.

Mi aspetto mercato bloccato fino alle sue valutazioni a Pinzolo?
Il mercato è figlio di tante cose al di là delle mie valutazioni, anche di una linea programmatica della società. Ogni allenatore vorrebbe i migliori del mondo,poi bisogna vedere se li puoi prendere, se te li danno… Ecco perché c’è chi fa il mercato che vi darà le dovute spiegazioni.

Penso a Duncan, c’è qualche giovane che vorrebbe vedere e provare?
Ripeto, ieri siamo stati fino a mezzanotte a valutare tutto e sono arrivato per bene da ieri. Sto altri due giorni qui e faremo tutti insieme valutazioni continue per cercare di arrivare all’8 luglio in un certo modo, già pronti per fare certe cose. Voglio farvi una considerazione di base: giocare con tanti giovani e farli crescere quando si parla di top club come l’Inter o il Napoli da quando ci sono arrivato io, avere tanti giovani ed arrivare nei primissimi posti non sempre va d’accordo. Ci vuole la giusta miscela, il giovane che cresce, l’esperto che magari ti fa vincere la partita… A me piacciono i giovani, se mi chiedete di fare 50 punti potrei fare una squafra di tutti giovanissimi,se mi chiedete i primissimi posti del campionato e di comperete con Milan, Juve, Napoli, Fiorentina, Roma, Lazio… Certe valutazioni vanno fatte con cognizione di causa.

Quanto è importante la passione in un tecnico per avere successo?
Fondamentale, anche perché per vincere le partite in un calcio sempre più livellato conta tirare fuori quella componente emotiva che magari a volte non tiri fuori per prevalere sull’altro. Un allenatore, oltre che preparato, deve essere stimato anche per questo: se riesci a trasmettere il giusto aspetto caratteriale i giocatori si legano a te, è una componente che può fare anche la differenza.

Una volta valutato tutto, nella sua testa ha punti fermi nella rosa dell’Inter da cui non potrà prescindere?
Detta proprio ‘punti fermi’ ogni allenatore… Credo di sì, è chiaro che non ve li dico, ma ce li ho.

FINE