IL MILAN NON SBAGLIA E LA RINCORSA CONTINUA

IL MESSAGGERO (M. Sorio) – A Verona basta un gol di Montolivo per battere il Chievo. Balotelli ancora super, il posto in Champions è sempre più vicino…

(Getty Images)
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IL MESSAGGERO (M. Sorio) – Il Milan vince anche quando gioca da fermo. E il protagonista è sempre lui, Mario Balotelli. Che non segna, a Verona, ed è una notizia. Ma ingaggia con Puggioni una sfida personale, e quasi teatrale, a suon di calci piazzati. Sette punizioni in 90 minuti, gli unici momenti in cui il match del Bentegodi emette vibrazioni forti. La distanza può anche essere di quaranta e passa metri, il risultato non cambia: fucilata. Fa male già al primo tentativo, il numero 45: botta, il portiere clivense respinge maluccio, Montolivo piomba, insacca e spedisce il Milan a quota 57 in classifica. A quel punto sono passati 24 giri di lancette, i restanti 76 seguiranno un copione immutabile: Milan a dettare il possesso palla, Chievo a ringhiare aspettando un contropiede che non arriverà mai. Nessuno, nel 2013, ha ancora battuto il Diavolo. La rivincita di Massimiliano Allegri continua, allora. Il tecnico rossonero sceglie il tridente, in terra scaligera, con Robinho affiancato a Balotelli ed El Shaarawy. Regia di Montolivo, con Ambrosini e Muntari a fare legna. Viene quasi da seguire il film personale di Balotelli. Basta un’entrata dura su Guana perché l’arbitro Celi estragga il cartellino e dalla curva veronese piova il primo (e unico) coro ad personam contro Mario. Spicca, va detto, il trattamento riservatogli in campo, dai mastini gialloblù. Prima del tè, di calci piazzati «Balo» ne calcia quattro (media di uno ogni dieci minuti), compreso quello da cui nasce il gol. L’intervallo porta in dote un cambio: tridente anche per Corini. Non cambia, invece, Balotelli, che va su ogni punizione caricando a molla il destro. Solo il vecchio lupo Luciano spaventa Abbiati, ma il Milan, a quel punto, s’è preso la partita.