EL SHAARAWY ride a metà «Era un derby da vincere»

(getty images)
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RASSEGNA STAMPA. GAZZETTA DELLO SPORT – Poteva essere la serata perfetta. Il gol nel derby dopo la vittoria contro i marziani del Barcellona. Il primo nella sua (breve) carriera rossonera. Stephan El Shaarawy ha assaporato il gusto dolce del successo quasi per un tempo e mezzo, fino a quando Schelotto non ha deciso di rovinare la festa rossonera. Finisce in parità, ma il Milan può consolarsi con la classifica: la banda di Allegri resta in terza posizione (in attesa di sapere che cosa farà la Lazio stasera) ma soprattutto mantiene un punto di vantaggio sui nerazzurri. Silvio Berlusconi ha scelto la partita sbagliata per accomodarsi in tribuna insieme ai nipotini. Avrebbe fatto meglio a presentarsi mercoledì sera.
Eppure il Faraone aveva apparecchiato tutto come meglio non avrebbe potuto. Tutti aspettavano Balotelli, protagonista designato, invece è arrivato lui. Ha segnato dopo una ventina di minuti, raccogliendo un invito di Boateng dopo una cavalcata delle sue sulla fascia sinistra. Tiro di destro e poi subito a festeggiare sotto la curva, prima l’esultanza speciale con Prince e poi la mano sul cuore. El Shaarawy  è tornato al centro della scena nella partita che doveva essere di Balo. «Segnare è stata una grandissima soddisfazione, è il mio primo gol nel derby, la mia idea era quella di calciare subito. Mi dispiace per il pareggio, era una partita da vincere, non l’abbiamo chiusa. Balotelli è un grande campione, si rifarà. Il rinnovo? Non so ancora nulla. Il Barcellona resta la più forte del mondo, dovremo ripetere la partita perfetta di San Siro».
Il gol nel derby gli mancava, era il suo piccolo cruccio in una stagione così. Ieri ha fatto il solito lavoro double face: attacco e copertura, un movimento continuo per dare una mano in difesa e farsi trovare sempre pronto in attacco. Ha tentato di fare anche l’assistenza, battendo l’angolo per la testa di Balotelli pochi minuti dopo la rete dell’1-0. Se Handanovic non avesse fatto il miracolo forse la partita avrebbe preso un’altra piega. E forse non sarebbe nemmeno arrivato Schelotto a rovinare la festa di El Shaarawy.