NAZIONALE. PRANDELLI, amichevole: “Non penso al risultato”

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Il c.t. teme l’Olanda: “E’ giovane, ma ha già un’identità di gioco”. E lancia un messaggio a Icardi: “Non aspetti le due convocazioni”…

(getty images)

RASSEGNA STAMPA – (M. Cecchini) – Cominciamo dalla suggestione della convocazione del doriano Icardi — il ventenne attaccante argentino di origine italiana — che ronza da qualche tempo nella testa dello staff tecnico. “Non mi riferisco al suo caso — risponde l’allenatore —, ma mi piacerebbe che ci fosse più trasparenza nelle scelte. Giocare per l’Italia non dovrebbe essere considerata solo un’opportunità, vorrei che ci fosse anche attaccamento. Per intenderci, non bisognerebbe aspettare che arrivassero due convocazioni (da due Nazionali, ndr) per poi decidere. L’Italia deve essere qualcosa che hai dentro e che vuoi. Ad esempio, Thiago Motta per mesi prima della mia decisione ci ha mandato messaggi che, indipendentemente dalle scelte che avrei potuto fare, metteva in mostra tutta la sua voglia di essere con noi. “Io mi sento italiano”, ci diceva. E in effetti poi lo ha dimostrato”.  Adesso toccherà ad altri dimostrare qualcosa. Italiani veri, che devono cucirsi addosso il 4-3-3. “Ormai ci conoscono e ci studiano, così dobbiamo trovare delle contromosse, perché il calcio è in continua evoluzione. Mi piace l’idea di allargare il gioco e poi questa soluzione di base consente facili varianti come 4-3-1-2. Perciò abbiamo necessità di trovare più giocatori che applicano questo modulo”. Detto che stasera l’interprete di destra del tridente, Candreva, è in ballottaggio con Diamanti per i postumi di un’influenza (“ma si è allenato bene”, dice il c.t.) e per la vocazione offensiva (o meno) degli esterni olandesi, Prandelli si gode i gioielli El Shaarawy e Balotelli. Stephan, un po’ come Insigne, non assomiglia a nessuno. È freddo sotto porta e contemporaneamente supporta il centrocampo: averne di punte così. Mario invece si deve convincere di essere una punta centrale a tutti gli effetti, anche se pure lui interpreta il suo ruolo in modo moderno. E poi non dimentichiamo che tre anni fa nessuno pensava che avremmo trovato subito dei giocatori così interessanti”. Ovvio che questa ricchezza non garantisca dall’effetto amichevoli “anche perché l’Olanda è rinnovata e giovane, ma ha già una identità di gioco e Van Gaal, con la sua personalità, dà sempre il proprio marchio tattico. Detto questo, da partite del genere mi aspetto delle risposte di gioco, che contano più del risultato. Se poi arriva meglio, perché fa sempre bene, ma cercare solo quello sarebbe uno sbaglio. Finora da ogni amichevole, anche quando abbiamo perso, mi sono arrivate informazioni utili, senza dimenticare che le partite che contano davvero sono quelle contro Malta e Repubblica Ceca (a marzo e giugno, ndr)”. Titoli di coda sui rischi della politica. “Abbiamo già organizzato il piano per la trasferta di Confederations in base alla finale di Coppa Italia, non penso che ci siano problemi”. In realtà Alemanno, sindaco di Roma, ha già auspicato che ci sia uno slittamento della data del match (26 maggio) qualora la finale fosse il derby Roma-Lazio perché in quel giorno si svolgono le elezioni comunali. “Non voglio fare polemiche, perciò se ci sarà un programma diverso ci adatteremo”, dice prudentemente Prandelli.