MILAN. Si risveglia il Faraone

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IL MESSAGGERO – RASSEGNA STAMPA – (M. Spini) – Il Milan post Ibra, probabilmente, non è ancora una big consolidata ai massimi livelli, ma di certo ha qualcosa in più dell’Atalanta in quanto a esperienza e, soprattutto, qualità. Specie tra i bad boys del reparto offensivo, la new generation in grado di regalare speranze e anche qualche certezza, con Niang e, soprattutto, El Shaarawy: sono loro a confezionare la fiammata che decide una partita scomoda, di quelle in cui la vittoria è tutt’altro che scontata, pur ritrovandosi di fronte ad una squadra in crisi d’identità. Il gol da tre punti arriva al 29’ del primo tempo, con il nuovo Balotelli che serve il Faraone: palla nel corridoio giusto, controllo e rasoiata nell’angolino. Fin lì, un’Atalanta debole tecnicamente ma forte di cuore aveva forse destato l’impressione migliore, mostrandosi però poco precisa sottoporta, con l’improvvisato duo Denis-Parra a non fornire le risposte sperate da Colantuono; da lì in poi, un Milan quadrato anche se non trascendentale avrebbe tenuto in mano le redini, specie dopo l’espulsione-harakiri di Brivio al 13’ della ripresa (calcione a Pazzini e giallo-bis). Qualche piccolo spavento, ma niente più, in una partita difficilmente tenuta a bada da Gervasoni, sceriffo inflessibile con una dozzina di cartellini estratti: l’occasione migliore è comunque del Milan, con Flamini. Tanto basta per legittimare il successo: non bellissimo, ma fondamentale, con il quinto posto in omaggio. Cori razzisti dagli spalti, fatti cessare grazie all’intervento dell’arbitro.