JUVE. BUFFON: “Grazie Presidente, la Juve per me è uno stile di vita”

LA GAZZETTA DELLO SPORT – Buffon rinnova fino al 2015. Agnelli: “E’ un uomo leale, è bastato guardarci negli occhi. Questa è casa sua”…

(Getty images)

RASSEGNA STAMPAAndrea Agnelli ha scelto il ‘suo’ capitano in campo, la ‘sua’ bandiera: è Buffon. “Uomo leale, corretto e trasparente — dice di Gigi il Presidente della Juve —. Non ho mai temuto di perderlo, questo rinnovo è stato un tormentone più vostro che nostro. Qualche mese fa ci siamo guardati negli occhi, ed è bastato. Poi, il discorso è passato alle diplomazie per i dettagli. Buffon è il nostro capitano, è il capitano della Nazionale, e al di là del contratto appena firmato resterà qui fino a quando vorrà, finché si sentirà in grado di giocare. Decide lui, proprio perché di fronte so di avere una persona trasparente e corretta. La Juve è casa sua. Un discorso che di fatto ‘incorona’ Buffon nell’ambito dell’era Andrea Agnelli. “La Juve è per me uno stile di vita, mai pensato di andarmene. Un discorso forte, sincero, che mi ha colpito molto — spiega il portiere —. Un qualcosa che mi porterò per sempre nel cuore, e che ogni tanto riascolterò, da solo, magari anche coi miei figli”. Firma fino al 2015, “è però vero che in un primo momento — continua Gigiavevo preso in considerazione l’ipotesi di un “uno più uno”. L’avrei fatto per lasciare maggiore libertà alla società, ma proprio la Juve mi ha poi fatto capire che per una programmazione adeguata sarebbe stato più giusto un contratto almeno biennale”. Questione di orgoglio, “mai chiuderò la carriera da sopportato. Quando sarà il momento di smettere non ci sarà bisogno di qualcuno che me lo consigli, di questo statene certi”. Ma il Gigi di oggi quanto vale rispetto al passato? “Beh, ho visto che i miei errori, anche quelli quasi irrilevanti, creano parecchio clamore, fanno discutere all’infinito, vengono evidenziati in maniera netta. Ecco, da qui capisco la stima di cui ancora godo: forse è questa la differenza che ancora c’è fra me e gli altri”. E un obiettivo c’è: “Penso al Mondiale del 2014, e poi fra tre anni e mezzo all’Europeo…”. La Juventus “tornata competitiva mi permette di sognare ciò che ancora non ho vinto. La Champions League mi manca, e vincerla aprirebbe poi automaticamente ad altri traguardi (Mondiale per club, ndr). Non so se siamo pronti già quest’anno, ma ripeto, la cosa fondamentale è essere di nuovo lì, competitivi. Intanto, pensiamo a confermarci in Italia. Abbiamo traballato per sei anni, prenderci ora certe rivincite non ha prezzo”. Tocca ad Agnelli, che si augura “di vedere presto il Pallone d’Oro nella bacheca di Gigi. E’ il “numero uno” in assoluto, il più grande. Merita di succedere a Jascin, l’unico portiere ad aver ricevuto quel prestigioso riconoscimento”. Gigi, sorride e ringrazia, “così come nella mia carriera juventina dico grazie al dottor Umberto che mi ha portato qui a Torino, a Lippi fra gli allenatori, mentre fra i giocatori non fatemi scegliere: lo spogliatoio tutto sarà la cosa che più mi mancherà quando lascerò il calcio”.