PSG. ANCELOTTI: “Ibra altruista. Mi piace Montella”

IL CORRIERE DELLA SERA – «C’è stato un periodo difficile, abbiamo perso 3 partite su 5 in un momento importante della stagione, poi per fortuna ci siamo ripresi».

 

(getty images)
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Carlo Ancelotti, allenatore del Paris Saint Germain, è stato intervistato dal Corriere della Sera. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni:

Ora c’è un po’ di gente che rischia di non mangiare la colomba: Mancini, Mourinho.
«È il solito andazzo di questo periodo. Anche l’anno scorso era così. Poi però non è cambiato niente».

Mou in crisi con il Real è comunque una mina vagante.
«Per forza, è tra gli allenatori migliori al mondo e se per varie ragioni finisce sul mercato diventa un boccone appetibile per un bel po’ di club».

Lei è tranquillo?
«Io sono sempre tranquillo. E comunque, grazie a Leonardo, un amico, ho un rapporto molto preferenziale con questi dirigenti. Tra me e Leo non ci sono segreti».
Ibrahimovic le ha mai fatto piazzate nello spogliatoio come invece è accaduto al povero Allegri?
«Mai. Per me si è trattato di una bella sorpresa. Sa che cosa lo differenzia dai grandi campioni come lui? L’altruismo. Non so se sia più contento quando fa gol o quando lo fa fare».

In una recente intervista Seedorf dice di ritenere Ibra determinante ma di nessun aiuto per il miglioramento della squadra. Concorda?
«Per nulla. Ibra la nostra squadra l’ha migliorata di parecchio. Ha segnato tanti gol ma altrettanti ne ha fatti fare. Un esempio: quest’anno Matuidi ha segnato 4 gol, prima non ne aveva segnato nemmeno uno».

Un po’ come Nocerino l’anno scorso.
«Esattamente. Proprio questa storia di Nocerino mi è servita per fare uno scherzo a Matuidi. Gli ho detto: ‘‘Sai che al Milan un certo Nocerino ha fatto così tanti gol grazie a Ibra che alla fine si è sentito in dovere di fargli un regalo? Gli ha regalato una Ferrari…”. Matuidi mi ha guardato con due occhi così e ha balbettato: ‘‘Ma io un’auto non gliela posso regalare”. Al che io ho ribattuto: ‘‘Ok, ma datti da fare”. Ovviamente Ibra sa tutto».

Lei ha già fatto fuori Verratti a conferma che con i giovani ci va cauto.
«Verratti ha giocato tanto, è stato una sorpresa per tutti. A un certo punto abbiamo cambiato modulo, siamo passati da 3 a 2 centrocampisti, ed è rientrato Thiago Motta ma il ragazzo resta un ottimo acquisto. Ha soltanto giocato troppo all’inizio, non dimentichiamo che alle spalle ha un campionato di B e che non ha ancora avuto il tempo di ambientarsi con calma».

Quindi tra Verratti e Pirlo lei sceglie sempre Pirlo.
«In questo momento è ancora più bravo Pirlo. Anche perché essere più bravi di Pirlo significa essere i più bravi al mondo».

Qualcuno era convinto che Pastore sarebbe venuto al Milan.
«Mai fatto alcun discorso con il Milan. Sono voci nate quando Pastore non stava bene e giocava poco».

Più facile che a vincere la Champions League sia il Psg o la Juve?
«Bella domanda. Mi pare difficile per entrambi. Rispetto a noi la Juve è in vantaggio di un anno, è una squadra più formata rispetto alla nostra».

Capello sostiene che, a differenza della sua, la Juve di Conte gioca senza avversari.
«Non gli si può dare torto. La Juve non ha cambiato molto e soprattutto gli altri si sono ridimensionati».

Sempre a detta di Capello, l’alternativa ai bianconeri può essere la Roma.
«Squadra giovane, costruita bene, con un ottimo potenziale. Ma c’è l’incognita della poca esperienza».

Zeman agita ancora lo spauracchio del vento del nord.
«Discorsi vecchi. Non vale neanche la pena di rispolverarli».

Qual è la sorpresa in Italia?
«La Fiorentina. Montella ha dimostrato qualità, capacità, intelligenza. Mi piace come si pone, è molto pacato, mai una parola sopra le righe. Il calcio italiano ha bisogno di personaggi del genere».