INTER. RANOCCHIA: “Altro che CAVANI mi tengo CASSANO”

CORRIERE DELLO SPORT – Andrea Ranocchia parla della sfida contro il Napoli di Cavani e del suo compagno Antonio Cassano…

(getty images)

CORRIERE DELLO SPORT (Pietro Guadagno) – Andrea Ranocchia, con l’infortunio di Samuel, si dichiara pronto a prendersi la difesa sulle spalle.

Ranocchia, domani si decide la vera anti-Juve?
«Con altre 22 partite e tanti punti a disposizione, non penso che sarà una sfida decisiva. Complicata sì, ma non determinante. Il Napoli è in lotta insieme a noi e alla Juve ed è una squadra da temere e da rispettare».

Chi comanderà la partita? 
«Noi cerchiamo sempre di giocare, quindi spero che accada anche contro gli azzurri».

Ci sarà da mettere l’elmetto contro Cavani e Insigne…
«Cavani lo conosco bene. Ha un fisico straordinario e non si ferma mai. Segna tanto ed è in grado, anche da solo, di spaccare una difesa. E’ uno dei più forti in circolazione. Sarà la prima volta, invece, contro Insigne. E’ rapido e tecnico».

Quanto peserà l’assenza di Samuel?
«Walter mancherà perché è un giocatore di grande esperienza, che dà tranquillità a me e Juan che siamo più giovani. Ma chi lo sostituirà sarà all’altezza».

Intanto, torna Cassano…
«Ci è mancato perché è un fenomeno. Ce ne sono pochi in giro con la sua tecnica e la sua visione di gioco. Può inventarsi qualsiasi cosa in qualsiasi momento, risolvendo le partite più complicate o bloccate. A Parma, ad esempio, sarebbe stato molto utile».

Si aspettava che potesse avere un impatto del genere?
«Sì, perché ho avuto la fortuna di conoscerlo in Nazionale e so anche ciò che ha fatto in carriera. E’ un giocatore di un’altra categoria. Spero che continui così. Anzi, che possa fare pure meglio».

Potesse scegliere, chi prenderebbe tra Cavani e Cassano?
«Cavani, visto che Cassano ce l’ho già…».

Troppo diplomatico, allora chi è più determinante?
«Se, con Cassano, là davanti ci sono pure Milito e Palacio, io mi sento a posto. Ad ogni modo, Antonio assolutamente».

Quindi non si fa troppa fatica a sostenere quei 3 tutti assieme?
«Al di là di qualche gol subìto di troppo nell’ultimo periodo, abbiamo trovato un buon equilibrio».

Dopo la Juve, però, è come se l’Inter si fosse fermata.
«Credo si sia trattato soprattutto di un calo fisico e mentale. Venivamo da tante vittorie di fila. Era da aspettarsi una frenata. E in mezzo c’è stata anche una trasferta pesante a Kazan».

Quindi, né appagamento o rilassamento?
«Magari dal di fuori qualcuno può averlo pensato, ma non è così. Anche perché non ci hanno dato un premio. Abbiamo vinto soltanto una partita».

C’è rammarico per quei punti lasciati per strada?
«E’ normale pensarci, ma certi momenti rientrano nella normalità di una stagione. Ci sono partite in cui tutto va bene e in altre no. Abbiamo vinto gare importanti contro Juve e Fiorentina, mentre ne abbiamo perse altre in cui magari non stavamo benissimo fisicamente».

Allora, la benzina basterà per arrivare sani e salvi a Natale?
«Non mancano tante gare, poi durante la sosta avremo modo di metterci a posto. Secondo me chiuderemo bene l’anno».

Lei ha recuperato completamente?
«Ora sì. Ho sofferto parecchio soprattutto contro la Juve, ma pur di giocare sarei sceso in campo anche senza una gamba».

Rispetto ai programmi estivi, l’Inter è più avanti o più indietro?
«Abbiamo fatto buon campionato, finora. Siamo a 4 punti dalla Juventus e puntiamo a diminuire il distacco. Continuando così ce la giocheremo fino alla fine».

Si accontenterebbe di un posto in Champions?
«Io voglio lo scudetto. La mia mentalità in partita è quella di vincere sempre e quindi, nell’arco di un campionato, di arrivare davanti a tutti. Poi è logico che finire fuori dalla Champions sarebbe una delusione».

Non era così scontato essere subito competitivi dopo tanti cambiamenti…
«E’ vero. Ci sono molte incognite quando si cambia parecchio, non si sa mai come reagisce l’ambiente. Ma ora che siamo lì davanti è giusto puntare al massimo».

Cosa manca all’Inter per raggiungere la Juventus?
«La capacità di imporre sempre il nostro gioco».

Quanto pesa l’Europa League al giovedì?
«Rispetto alla Champions, la difficoltà sono soprattutto i viaggi. Sono lunghi e complicati, visto che le destinazioni non sono mai città di aeroporti. Pesa soprattutto il rientro, visto che dopo neanche 2 giorni si torna in campo».

Resta un obiettivo stagionale?
«Lo è sicuramente per noi e per la società».

Da dove nasce la sua sicurezza ritrovata?
«Ho lavorato tanto. Anche l’anno scorso, quando non giocavo e mi allenavo più degli altri. Ero il più riposato purtroppo…».

Meglio giocare al fianco Samuel o di Lucio?
«Sono 2 giocatori diversi. Il primo pensa molto di più, ha più senso della posizione. Il secondo, invece, è molto più istintivo, più forte sull’uomo. Credo di aver imparato da entrambi».

Di Juan Jesus, invece, che è opinione ha?
«Ha uno strapotere fisico impressionante. Nell’uno contro uno è molto difficile andargli via. E’ giovane e sicuramente farà ancora errori di inesperienza. Ma se continua così ha davanti un futuro eccellente».

Crede che l’Inter sia vicina a un cambio generazionale?
«Sono arrivati tanti ragazzi giovani che hanno una gran voglia di vincere. Però dentro lo spogliatoio c’è ancora un gruppo di giocatori che ha vinto tutto e che riesce ancora a trascinare tutta la squadra. La mentalità vincente si tramanda e loro lo stanno facendo».

La questione-Sneijder mette pressione al gruppo?
«E’ una faccenda che devono risolvere società e giocatore Dentro lo spogliatoio non sappiamo esattamente come stiano le cose. Ed è giusto così».

El Shaarawy ha detto che per lo scudetto è disposto a tagliarsi la cresta, lei vuole promettere qualcosa?
«Me la faccio crescere…».